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The Sojourn – Recensione

Sapete come si traduce in lingua italiana “the sojourn”? “Il soggiorno”. Lo so, adesso starete già ridendo sotto i baffi pensando che sia uno scherzo o un titolo molto buffo. Cosa potrà mai significare che un gioco si chiami come una stanza della casa? Beh, vi assicuro che non è così. Ciò che la parola “soggiorno” sta a indicare, in questo caso, è il tempo che trascorriamo su questo mondo e l'uso che ne facciamo.



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La vita è breve, ma le idee sono immortali



The Sojourn, il prodotto della collaborazione fra Shifting Tides e Iceberg Interactive, si presenta al pubblico come un'avventura, un viaggio che travalica i confini di spazio e tempo, un viaggio introspettivo, un viaggio che percorre la vita di un giovane uomo, dalla sua nascita alla sua morte, e di cui noi saremo sia spettatori che parte attiva. The Sojourn è un gioco fortemente simbolico che si sviluppa dunque su due piani di gioco, quello da spettatore e quello da giocatore. Come spettatori assisteremo alla narrazione della storia che il gioco ci vuole raccontare attraverso delle statue che appariranno nella fasi di intermezzo, di passaggio da una sezione di gioco ad un'altra, senza voci e senza animazioni. Come giocatori dovremo risolvere un puzzle dietro l'altro per poter andare avanti con la trama, ma ne parleremo dopo.



La storia di cui siamo testimoni ci racconta la vita di questo giovane uomo. La sua nascita è celebrata dai genitori (entrambi bendati) e da tre uomini dalla forte simbologia: un vecchio con un bastone, che rappresenta la conoscenza; un soldato, che rappresenta la forza; un uomo grasso ricoperto d'oro, che rappresenta la ricchezza. Al nascituro viene apposta una benda sugli occhi da quelli che potremmo definire i tre rappresentanti del potere. Il significato di ciò, seppur non certo inizialmente, appare chiaro andando avanti nel gioco. Il mondo che verrà mostrato al neonato inconsapevole e nel quale egli verrà istruito e vivrà altro non è che un'imposizione, una bugia. La verità gli viene nascosta fin dalla nascita.



Il bambino, insieme ad altri (tutti bendati), viene dunque affidato all'istruzione dei tre uomini sopra citati. Tutti insieme i bambini cresceranno e diventeranno adulti. Arriva il momento in cui il protagonista, ormai un giovane uomo, si stacca dalla famiglia e cerca la sua strada, il suo posto nel mondo. Inizia dunque a vagabondare. E' durante questo viaggio alla scoperta del mondo che il giovane si rende conto, pian piano, che i forti, coloro i quali non sono bendati, si approfittano del loro potere per poter soverchiare coloro i quali vivono con la benda sugli occhi. Decide dunque di togliersi la benda, di cui infine è riuscito a rendersi conto, e di vedere il mondo con i suoi occhi.



Da questo momento in poi il ragazzo, diventato adulto, si pone l'obiettivo di rivelare la verità a quante più persone possibili, aiutandole a liberarsi di quella benda fatta di illusioni e falsità. Insieme riusciranno a imporsi sul vecchio, sul soldato e sull'uomo grasso, prendendo in mano la propria vita. Le loro statue spariranno, ma lasceranno dietro sé dei semi, che germoglieranno e daranno vita a tanti alberi luminosi quante erano le statue. Le loro idee e le loro vite non sono andate sprecate, ma rimarranno come monito per i posteri.



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Come nella vita, così nei puzzle: è una strada in salita



The Sojourn, come già avevamo accennato, è anche e soprattutto un puzzle game. La forte componente narrativa lo permea in ogni suo aspetto, ma non dobbiamo distogliere l'attenzione dal fatto che, in fin dei conti, per proseguire (nel gioco, come nella vita) supereremo delle sfide, dei rompicapi. Questi si presentano come delle zone, separate l'una dall'altra, in cui dovremo camminare e interagire con le varie meccaniche che il gioco ci propone. Ci sono statue con cui scambiarsi di posto, piattaforme che ci faranno entrare nel cosiddetto “mondo oscuro”, arpe che, per un periodo di tempo limitato, ricostruiscono pezzi di mappa e via discorrendo. Tutto questo per arrivare a liberare una luce che segnerà il completamento del puzzle.



The Sojourn continuerà ad aggiungere una meccanica dietro l'altra, arrivando verso il finale a mescolarle tutte assieme, senza mai risultare impossibile, però, comprendere gli enigmi. Molti di questi hanno anche una seconda fase che si sblocca dopo la liberazione della lucina e che consiste nell'ottenere i Meriti di Vita. Questi altro non sono che pergamene che contengono una frase. Servono sicuramente come spunti di riflessione, ma hanno anche un'altra utilità, di cui parleremo in seguito. Se volete dire di aver completato The Sojourn al 100%, dovrete senz'altro recuperare tutti i Meriti di Vita.



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28 marzo 2020 alle 17:10

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