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DEEMO -Reborn- – Recensione

Se vi piace la musica e il pianoforte è la vostra passione, mettendo per un attimo da parte i videogiochi, sicuramente avrete già visto o sentito parlare di DEEMO già in passato, magari avvistandolo negli store virtuali di Apple e Google nel lontano 2013 o, più recentemente, negli scaffali inerenti PlayStation Vita tra il 2015 e il 2017. A sei anni di distanza, questo titolo torna a far parlare di sé con il remake DEEMO -Reborn-, creato dalle menti della software house indipendente Rayark Games con sede a Taiwan. Non stiamo parlando di un videogioco ritmico qualunque, bensì di una storia che ci porterà, passo dopo passo, in un mondo fatto di magia e mistero, accompagnato sempre e costantemente dalle note di canzoni inedite e inaspettate. La nostre capacità innate, che ci faranno diventare un pianista provetto, stanno per essere risvegliate.



Rondò alla turca



Una ragazza, il cui nome scopriremo essere Alice, cade da una finestra sospesa nel cielo, atterrando dopo una lenta e leggera caduta di diversi metri. Ad aiutare la bambina c'è Deemo, un misterioso personaggio totalmente vestito di nero, incapace di comunicare attraverso la voce, ma solamente attraverso le note di un pianoforte. Suonando il piano presente nel mezzo della stanza dove i due si trovano, Deemo riesce a far crescere uno speciale albero per permettere ad Alice di raggiungere nuovamente la finestra sopra le loro teste e aiutarla a tornare nel mondo da cui è arrivata. Volta per volta, dopo che l'albero è arrivato a specifiche altezze, altre stanze connesse a quella del pianoforte si apriranno per accedere ad aree ignote e composte da diversi enigmi.



Benché quello appena letto si tratti solamente di una sorta di riassunto e avendo cercato, in tutti i modi, di non fare trapelare nessun tipo di spoiler, sappiate che siamo di fronte a una storia struggente, profonda e ricca di colpi di scena che non si vedono molto spesso nei videogiochi, prendendo in considerazione anche titoli tripla A. Il suo impatto a livello sentimentale e nei contenuti è molto emozionante, soprattutto verso le parti finali della trama principale, dove si riuscirà a capire il reale contesto di tutta la storia.



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Chiaro di luna



Il gameplay di Deemo -Reborn- è un ibrido tra un rhythm game, genere principale, e un puzzle game, categoria secondaria ma capace di rendere la storia più coinvolgente e interessante. Questa ottima integrazione tra questi due generi non annoia mai nelle lunghe sessioni di gioco. In specifiche situazioni, siamo pressoché obbligati a suonare per far crescere l'albero al centro di tutta la storia principale. Non appena l'albero raggiungerà determinate altezze, la sessione si interrompe per mostrarci una cutscene e, al termine, cambieranno le dinamiche, puntando essenzialmente più sull'esplorazione delle aree accessibili ad Alice e sulla risoluzione degli enigmi ambientali. Viceversa, quando si arriva a un punto morto durante l'analisi dei rompicapi, l'unica scelta obbligata per avanzare nella storia è iniziare nuovamente a suonare le canzoni trovate in giro nella mappa, in modo che il nostro albero continui a crescere. Questo interscambio continuo aiuta a non affaticare i giocatori, oltre a rendere sempre vario lo stile di gioco per non risultare troppo pesante dopo diverse ore di gioco.



Gli enigmi sono ben pensati e sono vari nella loro composizione; ci troveremo di fronte a indovinelli ambientali, rebus fotografici e rompicapi logici senza nessun tipo di istruzione. Il fattore gradevole di questi puzzle è che non tutti sono immediatamente visibili, ma se si riuscirà a ritrovarli, sarà merito degli occhi attenti dei singoli giocatori.



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7 aprile 2020 alle 17:00

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