Cloudpunk - recensione
Ci sono scenari immaginifici di una tale potenza da rimanere, per qualche ragione, impressi nella cultura umana per parecchio tempo. Uno di questi scenari è sicuramente costituito dalle città di un futuro distopico in salsa cyberpunk, rappresentate in diversi prodotti culturali.
Se le idee nascono spesso nei libri, sono i film che poi danno forma all'immaginario ed è questo che è accaduto, appunto, con le città di cui parliamo in film come Blade Runner (1982) o The Fifth Element (1997). Città in cui dominano i toni cupi ma pesantemente illuminati da neon e rappresentazioni olografiche dal sapore tecno-cyber-orientale; il tutto accompagnato da soundtrack con sonorità sperimentali futuristiche e interrotte da rilassanti voci di promozioni commerciali orwelliane.
Ecco, questo scenario è quello abbracciato da Cloudpunk, un'avventura narrativa in cui impersoniamo una giovane ragazza in fuga dai debiti che decide di lavorare come fattorina per un'azienda illegale che opera in e intorno a Novalis, la città futuristica a cui abbiamo accennato.
