The Hunt - recensione
Si può anche accettare di essere soggetti a un'oligarchia, a patto che sappia fare bene il suo mestiere. Dopo un incipit che già ci fa capire senza ombra di dubbio dove andremo a parare, veniamo gettati nell'azione, in mezzo a un gruppetto di sventurati, che si svegliano in una brughiera, dove vengono ammazzati uno alla volta con metodi sempre più efferati.
Ma una delle prede mostra inattese doti di reazione e diventa il predatore più spietato, risalendo la folle catena di personaggi che ha organizzato il "gioco". Ma di chi si tratta? Di qualche oligarchia feroce, come nella serie di film The Purge (Notte del giudizio), che ha generato pure una serie tv altrettanto capace di onesto intrattenimento? Di un'azienda dai paradossali metodi per selezionare il personale, come in Severance? Lì sta il fulcro della storia, che è godibile nel suo svolgimento, sempre nell'attesa del colpo di scena che renda il tutto un po' originale, non puramente derivativo.
Come in molti horror, i problemi per i "cattivi" arriveranno da una donna, in questo caso una biondina all'apparenza di poco spessore, la cui scelta come preda si rivelerà sbagliata, perché dietro l'apparenza fragile si nasconde ben altra tempra. Insomma, di niente e nessuno ci si può fidare, in mondo è una matrioska di inganni crudeli, per chiunque.
