Atomicrops - recensione
Atomicrops è un esperimento roguelite, un genere che attira da sempre gli hardcore gamer con le sue meccaniche di permadeath e grazie alla proceduralità delle sue mappe. Il gioco di Bird Bath Games, pubblicato da Raw Fury, mescola infatti lo shooter insieme a un gameplay che ammicca ai farming simulator e ai tower defense. L'atmosfera del titolo ricorda Nuclear Throne di Vlambeer, con un pizzico di Plant vs. Zombie dove a essere ostili sono, al contrario, le piante.
Le premesse sono semplici e convincenti. In un mondo post-apocalittico, dove i conigli imbracciano fucili al plasma e le colline hanno letteralmente gli occhi, una ragazza (ma è possibile usare altri due personaggi) eredita dal nonno un piccolissimo appezzamento di terreno. Grazie a questi ettari di pixel sosterrà il suo villaggio, abitato da ortaggi mutanti, e cercherà di sopravvivere al passare delle stagioni e degli anni. La fattoria crescerà, ma col tempo aumenteranno anche le minacce e - chissà - le amicizie.
Su quest'ultimo punto i trailer ammiccano con forza, suggerendo che come in Stardew Valley sarà possibile relazionarsi con gli NPC per costruire relazioni stabili. In realtà, mettiamo subito in guardia, questa meccanica è mantenuta a un livello di gestione di risorse, consegna di oggetti e incremento di punti relazionali per potenziare il personaggio e la fattoria, a seconda degli NPC prediletti. Niente di troppo immersivo, ma in ogni caso una nota di colore tutto sommato carina, visto il buon design dei personaggi e delle creature.
