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Darius Cozmic Collection Arcade – Recensione

Negli anni Ottanta andavano di moda le sale giochi, popolate da una folta schiera di persone, le quali ci andavano per passare qualche ora in spensieratezza e probabilmente non avevano le risorse o la passione minime per possedere una console per videogiochi domestica. E' proprio in quegli anni che tanti grandi brand videoludici hanno fatto il loro ingresso nella cultura di massa, chi per la sua qualità, chi per la sua difficoltà e chi per la sua unicità, come il caso del primo Darius, sparatutto a scorrimento orizzontale affrontabile a uno o due giocatori che si caratterizzava per avere ben tre schermi CRT affiancati nel cabinato di gioco, rendendo il rapporto larghezza/altezza dell'area di gioco esasperato e aggiungendo all'elemento meraviglia un fattore di notevole difficoltà, avendo molti più nemici a schermo di quanti se ne potessero trovare nei suoi concorrenti a singola videata. Sono state riproposte da Taito ben due collezioni di Darius; ecco la recensione di Darius Cozmic Collection Arcade.



Bentornati nel passato



Darius è un caposaldo degli sparatutto orizzontali a tema fantascientifico ed è stato sviluppato a partire da metà anni Ottanta e pubblicato per la prima volta nel 1986 nella sua versione iniziale, intitolata semplicemente Darius. Nel 1989 esce sul mercato il secondo capitolo della serie, migliorato nelle sue componenti generali e reso più bilanciato a livello di giocabilità. Nel 1994 viene pubblicato Darius Gaiden, terzo e ultimo capitolo prodotto per cabinati arcade. Nella Darius Cozmic Arcade Collection sono presenti i tre titoli appena menzionati più piccole variazioni, cioè un “nuovo” Darius e la sua versione extra, oltre ai due Sagaia che non sono altro che delle versioni leggermente diverse di Darius II, destinate ai mercati al di fuori del Giappone. In totale, nella versione da noi provata sono compresi ben sette giochi diversi, ma di fatto sono solo tre, dato che i primi due capitoli della serie hanno un totale di tre variazioni ciascuno (ma di base sono lo stesso gioco).



Spara che ti passa



All'avvio di Darius Cozmic Collection Arcade ci troveremo nel menù principale in cui avremo la possibilità di scegliere quale dei sette titoli iniziare, con una breve, concisa ma carina descrizione della storia e delle meccaniche del gioco a lato dello schermo. Una volta avviato uno qualunque dei titoli, potremo modificare diverse impostazioni, tra cui la difficoltà, il numero di vite, la larghezza dello schermo e molto altro. Le meccaniche dei Darius sono sostanzialmente sempre le stesse: avremo una infinità di nemici da abbattere e noi, semplicemente con un banale, singolo colpo, saremo morti, nonostante durante i livelli sia possibile ottenere potenziamenti alle armi, scudi temporanei e altri aiuti di non poco conto.



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Nel primo capitolo (e relative variazioni sul tema) a ogni morte saremo riportati all'inizio del livello in corso (qualcuno ha detto Dark Souls?) mentre, per garantire un minimo di accessibilità e una minore dose di arrabbiature, nel secondo e terzo capitolo potremo semplicemente continuare dall'esatto punto della morte semplicemente premendo L1 e poi R1, per ricaricare qualche vita e ripartire subito. Nel corso dei livelli ci troveremo ad affrontare nemici dei più vari, che però si possono immaginare senza fatica in un contesto legato allo spazio e alla fantascienza, tra cui banali navicelle nemiche di piccole dimensioni, per poi passare ad altri oggetti volanti più veloci o alcuni mini-boss dalla mole più importante.



Arriviamo infine, a ogni fine livello, al punto in cui avremo a che fare con il classico nemico di enorme stazza (e quantità di vita), il quale sembrerà quasi invincibile, ma in realtà avrà sempre un preciso, piccolo ma estremamente efficace punto debole da colpire a ripetizione finché non ci sarà consegnata la vittoria. La caratteristica forse più interessante di tutti i giochi è che i boss di ogni fine livello sono molto simili a pesci realmente esistenti e facenti parte dell'ecosistema marino del nostro pianeta, come ad esempio il pesce scorpione (il cui nome scientifico è Pterois volitans) o il melanoceto (Melanocetus johnsonii).



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14 luglio 2020 alle 17:10

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