Operencia: The Stolen Sun – Recensione
Può uno studio di sviluppo che ha lavorato quasi esclusivamente su simulatori di flipper creare un gioco di ruolo come Dio comanda? Questa è la sfida intrapresa da Zen Studios, un piccolo studio ungherese che, a suon di Pinball su licenza, come quelli dedicati a Star Wars e all'universo Marvel, ha saputo guadagnarsi negli anni molti estimatori tra gli addetti ai lavori e non solo. Questo giovane gruppo di sviluppatori ha deciso di uscire dalla comfort zone e sviluppare un dungeon crawler, una tipologia di gioco non proprio di moda tra le software house più rinomate. Facendo quindi affidamento su un motore grafico di livello come l'Unreal Engine e mettendo sul piatto alcune idee interessanti, siamo finalmente pronti ad analizzare il risultato. Operencia: The Stolen Sun è un interessante mix di meccaniche, più o meno storiche, capaci di riproporre in chiave moderna un genere purtroppo piombato nel dimenticatoio. Siamo però di fronte a un titolo valido? Per scoprirlo, non vi resta che partire con noi alla scoperta di questo magico mondo. Ecco la recensione di Operencia: The Stolen Sun.
Tra miti e leggende
In pieno stile old school, Operencia: The Stolen Sun non lascia spazio a troppi indugi e catapulta il giocatore all'interno di un passato ormai dimenticato, ma che ha contribuito a rendere Operencia quello che è oggi. Prendendo quindi possesso di un gruppo di eroi già livellati e sviluppati al massimo, capeggiato dal carismatico re Attila, dovrete eliminare definitivamente un temibile drago a tre teste che ormai da troppo tempo crea scompiglio all'interno dei confini del regno. Questa breve sezione ha il difficile compito di introdurvi alle meccaniche di gioco. Tra tutorial dedicati al combat system e ai meccanismi per la risoluzione dei puzzle ambientali, tutto è studiato per preparare il giocatore all'inizio della vera avventura. Prima di fare ciò, il titolo vi metterà a disposizione un sistema di creazione che, per quanto minimale, riesce comunque a garantire una personalizzazione soddisfacente del vostro alter ego e della partita (nemici potenziati, morte permanente e disattivazione degli aiuti).
La prima scelta che vi toccherà affrontare sarà quella relativa alla classe. Malgrado il numero limitato, le tre specializzazioni disponibili (Mago, Guerriero e Cacciatore) riescono a garantire una buona varietà del combat system. Se le prime due rappresentano gli antipodi tra combattimento a distanza e ravvicinato, il Cacciatore si conferma essere come la perfetta via di mezzo, capace con la sua versatilità di modificare il proprio stile di combattimento per sopperire alle mancanze del party. Una volta personalizzato fisicamente l'eroe con uno degli otto modelli preimpostati, dovrete decidere anche la sua origine, i suoi talenti, e distribuire a vostro piacimento dieci punti attributo tra Forza, Agilità, Intelligenza, Saggezza e Vigore. Tutto questo farà senza dubbio la gioia dei giocatori più datati, ma potrebbe creare i primi problemi per tutti quelli non abituati al mondo dei giochi di ruolo e delle statistiche.
Accantonata definitivamente la breve fase di creazione del combattente, è finalmente arrivato il momento di conoscere il background narrativo dietro a Operencia: The Stolen Sun. Come suggeritovi proprio dall'enigmatico sottotitolo, le vicende proposte avranno come denominatore comune il furto della luce di Napkiraly, il Re Sole, che ha portato a un lento decadimento di tutta la natura e delle forme di vita che fino a quel momento abitavano nelle floride lande di Operencia. Colpito da una serie di sogni premonitori, il nostro alter ego partirà dunque per un lungo viaggio che, oltre a fargli esplorare ogni anfratto del magico regno, lo farà entrare in contatto con una serie di personaggi originali e ottimamente caratterizzati. Strizzando l'occhio alle figure mitologiche più famose, questi curiosi combattenti uniranno le forze e permetteranno al giocatore di avere un differente punto di vista sull'intera situazione.
Malgrado un character design di tutto rispetto, le venticinque ore necessarie per portare a termine la trama saranno caratterizzate da un connubio di superficialità e poca originalità. Il plot messo in piedi dai ragazzi di Zen Studios, soprattutto se paragonato ad altre produzioni simili (Legend of Grimrock e Vaporum su tutti), esce sconfitto sotto praticamente ogni fronte. Nonostante ciò, c'è un aspetto che riesce a districarsi da questa problematica narrativa e a brillare di luce propria: le ambientazioni. Il mondo creato da Zen Studios è un concentrato di magia e colori capace, al pari della caratterizzazione dei personaggi, di rendere Operencia: The Stolen Sun una favola fatta videogioco. Anche i dialoghi risultano essere ben strutturati e poco prolissi, garantendo quindi un ottimo compromesso tra parti parlate e sequenze di esplorazione.
