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Fairy Tail - recensione

Uno dei segreti per una vita sana e longeva è quello di non lasciarsi corrodere dai rimorsi per ciò che si è fatto e i rimpianti per quanto non si è fatto. Tuttavia, i propri errori non vanno negati, visto che essi fanno comunque parte del percorso di crescita.
E Fairy Tail, il nuovo videogioco di Gust, di errori ne ha fatti e non pochi.



Di solito, un videogioco che viene rinviato diverse volte esce fuori un po' “ammaccato” da quello che è stato chiaramente un processo produttivo pieno di contrattempi di varia natura; non a caso, l'ultimo lavoro di Gust è stato rinviato ben due volte, una delle quali a causa dell'emergenza coronavirus, che ha fatto slittare la data di uscita da Marzo a Luglio 2020.



Questo nuovo Fairy Tail sarebbe potuto e dovuto essere il primo gioco a portare questa licenza al grande pubblico di videogiocatori: in passato, abbiamo avuto diversi altri titoli ispirati all'opera di Hiro Mashima, limitati però a console portatili come Nintendo DS e PSP, oltre alle immancabili alternative del mercato mobile. La pubblicazione di un gioco multipiattaforma, a generazione videoludica ormai al tramonto, significava poter raggiungere un potenziale bacino d'utenza semplicemente enorme e ormai rodato, questo anche grazie ai precedenti di altri più che buoni titoli tie-in basati su prodotti shonen mainstream.



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12 agosto 2020 alle 11:40