Spiritfarer - recensione
Quella dei gestionali è una branca piuttosto varia. Tra city builder, capitoli e franchise dal respiro storico, ricostruzioni distopiche ed esperienze decisamente più scanzonate e particolari, il genere ha sempre servito ai giocatori una portata piuttosto ricca ed eterogenea.
La storia si ripete con Spiritfarer, l'ultima produzione dei canadesi di Thunder Lotus, autori degli interessanti Jotun e Sundered. La premessa è particolare, e traendo ispirazione dal mito greco di Caronte e dalla meraviglia infantile delle produzioni Studio Ghibli, ci mette nei panni di Stella e del suo fido compagno felino Daffodil, portati a raccogliere l'onerosa eredità del mitologico traghettatore.
Il pretesto narrativo distintivo è utile a delineare i tratti di una produzione che si defila regolarmente dal suo nucleo ludico, che è quello di un classico e piuttosto semplicistico gestionale, per arrivare a toccare le corde di diversi generi.
