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Wasteland 3 - recensione

La serie Wasteland merita un posto molto speciale nel cuore di tutti gli appassionati di CRPG. Correva infatti il lontanissimo 1988 quando il titolo originale vide la luce su piattaforme i cui nomi suonano alquanto esoterici per i giocatori contemporanei: Commodore 64, Apple II e MS-DOS.



Ai tempi gli RPG muovevano i primi passi e l'ambientazione post-apocalittica era una novità assoluta, almeno nel medium videoludico. Il gioco fu un grande successo, di critica e di pubblico, tanto che Electronic Arts, ai tempi una realtà decisamente piccola, pianificò un seguito chiamato Fountain of Dreams (poi trasformato in un titolo diverso) e Interplay cancellò Meantime, un altro seguito ideale.



Le idee di design e ambientazione vennero riversate nella serie Fallout che, dopo il secondo episodio, diventò qualcosa di decisamente differente, almeno sul lato del genere. Inxile, capitanata da Brian Fargo (ideatore del titolo originale) ha recentemente riportato il titolo in auge, rimasterizzandolo, dandogli un seguito molto apprezzato e, ora, creando una terza puntata su cui le aspettative sono decisamente alte.



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26 agosto 2020 alle 15:10