PGA Tour 2K21 - recensione
Dopo una lunga epoca legata al golfista più famoso di tutti i tempi, ossia Tiger Woods, la serie PGA Tour ha iniziato un veloce e inesorabile declino tra le mani di Electronic Arts. Il passaggio di testimone (anzi, di testimonial) nelle mani del britannico Rory McIlroy e le vendite più scarse di sempre, risalenti al 2015, hanno rappresentato lo stop definitivo alla serie golfistica più longeva di sempre. Pochi però avrebbero potuto immaginare qualche anno dopo di vederla rinascere tra le mani di un altro publisher piuttosto famoso quando si parla di simulazioni sportive.
2K Games ha accolto per la prima volta il PGA Tour tra le sue braccia senza però legarlo ad una delle tante star che calcano i green di tutto il mondo. I golfisti su licenza non mancano (da Justin Thomas, attuale Numero 1 di FedEx Cup e volto della cover del gioco, a stelle emergenti come Tony Finau e Bryson DeChambeau) ma la vostra carriera inizierà con il più classico dei Signor Nessuno, che dovrà prima qualificarsi per il Tour e poi farsi largo verso le parti nobili della classifica a suon di birdies ed eagles.
Non avendo molta esperienza sul campo, il publisher californiano ha affidato il progetto ad un team che di golf ne mastica abbastanza. Al timone troviamo infatti gli sviluppatori dei due capitoli di The Golf Club, serie di discreta fattura che ha confortato gli appassionati negli anni in cui la mancanza cronica di golf simulato si è fatta sentire.
