Spelunky 2 - recensione
Circola ormai da tempo la leggenda secondo la quale Spelunky 2 sarebbe così vasto e così profondo che neanche Derek Yu e il suo team hanno idea della vera estensione complessiva delle sue mappe casuali. Dopo aver giocato l'ultima fatica di Mossmouth per una settimana abbondante possiamo affermare senza timore di sbagliare che questa leggenda potrebbe avere un fondo di verità.
Se avete giocato il precedente capitolo, erede spirituale di quello Spelunker uscito addirittura nel 1983 su Atari 8-bit, potete avere una minima idea di cosa vi aspetti ma sarete ancora lontani dal percepire l'incredibile profondità e rigiocabilità di questo sequel.
A differenza di buona parte dei giochi, che hanno un inizio e una conclusione, Spelunky 2 è più vicino a un titolo "sperimentale" nel quale potrete divertirvi a trovare nuove soluzioni per arrivare alla fine dei livelli e cercare segreti sempre diversi. La storia di fondo è simpatica, bizzarra quanto basta e si collega agli eventi del gioco precedente, ma aver portato a termine il prequel non è un requisito fondamentale per divertirsi.
