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Peaky Blinders: Mastermind – Recensione

Le serie televisive sono ormai parte integrante della vita di tutti i giorni e quelle più seguite cercano di espandersi su più fonti di intrattenimento, arrivando a sfociare in cinema, libri, merchandising ufficiale e, non per ultimo, videogiochi. Una delle serie più amate dal pubblico è indubbiamente Peaky Blinders, saga drammatica di punta dell'emittente televisiva BBC e del servizio di streaming Netflix, che narra le gesta della famiglia Shelby a capo di una gang di malavitosi in una Londra post bellica.



Si è sentito il bisogno di unire, in qualche modo, la storia raccontata nel corso delle cinque stagioni con una inedita, dal sapore di prequel, coinvolgendo tutti protagonisti di riferimento e convergendo in vortice di emozioni enigmatico, avventuroso e dai toni cupi. Curve Digital e FuturLab hanno accettato questa sfida, in collaborazione con la mente della saga originale Steven Knight, e hanno dato alla luce un titolo entusiasmante, criptico e mentalmente accattivante, in grado di far impazzire anche il più abile degli allibratori di tutta l'Inghilterra.



Per ordine dei Peaky Blinders



Birmingham, primo dopoguerra. La famiglia Shelby sta festeggiando il ritorno a casa di Tommy dopo due mesi dall'ennesimo atto di vandalismo da strada. Non ci può essere di meglio che festeggiare con dello champagne, anche se bisogna fare i conti con le scorte di alcol che scarseggiano in casa Shelby. Il bisogno di celebrare questo evento è grande nel piccolo quartiere di Small Heath e dovrà essere qualcosa che nessuno si dimenticherà facilmente in futuro. Gira voce che la famiglia Gilroys, acerrimi nemici degli Shelby, abbia da parte casse di bollicine da far invidia a chiunque. Anche se, quasi sicuramente, il loro sarà un rifiuto diretto, non gli dispiacerà affatto donare a loro insaputa un paio di bottiglie per una giusta causa.



A seguito di questo primo tentativo di redenzione nell'alto nome dei Peaky Blinders, la famiglia Shelby è chiamata a fare i conti con diverse situazioni sconvenienti, passando dalla resa dei conti da parte dei Gilroys, passando a omicidi premeditati verso i componenti della banda e concludendo con la ricerca e la scoperta del reale assassino, risolvendo finalmente il caso e facendosi giustizia da soli. Tutta la famiglia dovrà rimboccarsi le maniche per uscire da circostanze scomode: il manipolatore Tommy, l'approfittatrice Ada, l'abile e adultera Polly, le teste calde Arthur e John e, per concludere, il piccolo ma furbo Finn.



Io penso, ecco quello che faccio



Peaky Blinders: Mastermind mette in risalto un concetto di gameplay intrigante basato sulla gestione del tempo e la sincronia delle azioni di tutti i personaggi. In ogni missione, il giocatore diventerà burattinaio dei protagonisti e dovrà essere in grado di orchestrare tutte le azioni per arrivare ad un obiettivo finale comune. La meccanica di gioco prevede la possibilità di andare avanti e indietro nel tempo per modificare le azioni intraprese o per effettuare delle azioni in parallelo con un altro personaggio, in modo da risolvere enigmi basati su attivazioni di meccanismi o, banalmente, sul passaggio di oggetti da un membro della famiglia ad un altro. È possibile riavviare oppure riavvolgere la linea temporale a proprio piacimento e a seconda delle esigenze e delle necessità.



Ogni personaggio ha abilità esclusive: Tommy può manipolare un personaggio comune per intraprendere azioni che nessun altro potrebbe effettuare, Ada distrae le guardie riducendo drasticamente la loro visuale permettendo il passaggio indisturbato agli altri membri della famiglia, Polly corrompe le guardie distratte e scassina le porte chiuse a chiave, John appicca incendi e fa a botte con i malviventi della famiglia Gilroys insieme a Arthur e, infine, Finn passa attraverso cunicoli e piccole finestre. Il lavoro in sincronia deve essere una sinfonia di movimenti pianificati al millesimo di secondo, altrimenti tutto quello che si è fatto non porterà mai a nessun fine.



La storia è breve, con un totale di 10 livelli definiti in crescente ordine di difficoltà. Le prime missioni ci mettono a contatto diretto con la ingegnosa gestione della linea temporale e introducono le abilità di ogni personaggio quel tanto che basta per avere un minimo di confidenza con i comandi e studiare le svariate possibilità che si troveranno di fronte. Se si cerca una vera sfida, invece, bisognerà attendere gli ultimi due episodi, dove ci sarà la possibilità di impersonificare tutti i membri della famiglia Shelby in maniera impeccabile. Gli obiettivi sono guidati dagli eventi e diversificati per personaggio, che seguiranno strade diverse fino al ricongiungimento in un determinato punto dove tutti i componenti si riuniranno e arrivando all'obiettivo finale comune.



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16 ottobre 2020 alle 17:10

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