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Immortals: Fenyx Rising - prova

Lo straordinario successo commerciale che ha accompagnato il lancio di Genshin Impact ha riaperto una vecchia ferita che ciclicamente torna a inasprire le discussioni tra videogiocatori. Accanto alle decine di milioni di persone che si stanno godendo un nuovo mondo aperto tutto da scoprire, ci sono infatti i puristi di The Legend of Zelda: Breath of the Wild, uno zoccolo duro di appassionati decisi a rivendicare e proteggere l'identità artistica dell'avventura nel regno di Hyrule.



La questione è molto semplice: fino a che punto è possibile pescare ispirazioni da un capolavoro generazionale senza intaccare l'identità di una nuova opera? Beh, dopo aver trascorso oltre quattro ore all'ombra del Monte Olimpo, possiamo affermare con certezza che Immortals: Fenyx Rising ha le carte in regola per rappresentare una delle risposte più interessanti a questa eterna domanda.



Avendo lasciato ben più d'un semplice pezzo di cuore in mezzo al pastoso e colorato universo che ha illuminato Breath of the Wild, era inevitabile avvicinare l'ultimo progetto di Ubisoft Quebec tradendo un pizzico di diffidenza, convinti che il videogioco di Fujibayashi si sarebbe dimostrato un golem troppo pericoloso da affrontare a viso aperto. Ed è stato proprio allora che ci siamo sbagliati perché Fenyx non è in cerca di un confronto, e il suo obiettivo non è quello di salutare Link da pari a pari.



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22 ottobre 2020 alle 18:11