The Dark Pictures: Little Hope - recensione
"Dove eravamo rimasti? Non mi sembra di averti già visto ma forse mi sbaglio, d'altronde esistono infiniti universi ed infiniti sviluppi delle storie di ognuno di noi. Tutto dipende dalle scelte che ognuno di noi compie. Alcune hanno risvolti minimi, altre invece possono cambiare tutto in meglio o in peggio".
A rivolgervi queste inquietanti parole sarà il Narratore, colui che Supermassive Games ha scelto come anfitrione per la sua Antologia dell'Orrore. Se avete giocato Man of Medan già lo conoscete: si rivolge a voi sempre in prima persona, congratulandosi per le vostre scelte e dolendosi per quelle finite male. La prima storia che vi ha raccontato... pardon, che voi avete deciso di raccontare, narrava di una gita in barca finita male. Molto male.
The Dark Pictures: Little Hope narra una vicenda completamente diversa, che come la precedente però ha radici molto profonde che scavano nel passato. Un passato oscuro fatto di malvagità e ingiustizie che hanno spesso come vittime degli innocenti. Come filo conduttore di tutta la storia troviamo una bambina, che appare sempre e ovunque tra passato e presente.
