Sackboy: Una Grande Avventura - recensione
Se c'è una caratteristica di cui PlayStation 5 può fregiarsi all'alba della next-gen, quella è senza dubbio la sua line-up di lancio, una delle più ricche e diversificate che abbiamo incontrato nel corso degli ultimi tre passaggi di testimone. C'è la Manhattan di Spider-Man Miles Morales pronta far brillare il salto grafico, c'è il piccolo mondo di Astro's Playroom già precaricato nell'hardware, c'è l'attesissima oscurità di Demon's Souls, e salvo rinvii dell'ultimo secondo (molto probabili) Ratchet & Clank: Rift Apart dovrebbe presto unirsi alla festa.
Poi, accanto ai nomi più o meno pesanti che ultimamente hanno invaso le homepage delle testate di settore, c'è l'ultimo lavoro cross-gen di Sumo Digital, un progetto del quale a ridosso del lancio si sa ancora poco o nulla. Sì, Sackboy: Una Grande Avventura è un videogioco a piattaforme ambientato nell'universo reso celebre da LittleBigPlanet, volenteroso di farci esplorare un mondo tridimensionale nei panni dell'omino cucito a maglia. Ma al di là dell'ovvio, è come se la macchina comunicativa di Sony avesse dimenticato di presentarci una delle sue mascotte.
Questa Grande Avventura è stata un salto nel buio. Non sapevamo cosa aspettarci dietro la schermata del titolo, e non avevamo idea di cosa si nascondesse oltre il filmato introduttivo. Un filmato che mostra Vex, un'entità nata dal caos e dalla paura, intenta a devastare il villaggio del protagonista per rapire gli abitanti e costringerli a costruire lo Sconquassatore, un'arma con il potere di distruggere il mondo del Fai da Te. Il Sackboy riesce a fuggire per il rotto della cuffia a bordo di una navicella spaziale, imbarcandosi in una vera e propria odissea per distruggere Vex e salvare i suoi amici.
