Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Dungeon of the Endless – Recensione

Rilasciato nel lontano ottobre del 2014 su PC e disponibile solamente dal maggio di quest'anno su PlayStation 4, Dungeon of the Endless è il terzo capitolo della serie Endless (preceduto dai titoli Endless Space e Endless Legend ) sviluppata da Amplitude Studios, una trilogia ambientata in un universo futuristico le cui vicende ruotano intorno a battaglie interstellari.



A differenza dei suoi predecessori, Dungeon of the Endless cambia totalmente rotta dal punto di vista del genere videoludico. Se i primi due capitoli della serie si possono facilmente classificare come indie strategici a turni, questo prodotto racchiude in sè un mix di meccaniche estrapolate da diversi generi, creando un ottimo bilanciamento che potrebbe essere definito con il termine ”RogueTowerIndieGDR”.



Tu, io e il nostro nucleo energetico



Dungeon of the Endless, come la maggior parte dei roguelike e tower defense rilasciati negli ultimi anni, si mostra fin da subito avaro con i contenuti di trama: dopo aver lanciato una nuova partita, ai giocatori viene mostrata una nave carceraria alla deriva, la cui capsula di salvataggio si è schiantata sulla superficie di un pianeta sconosciuto. I due prigionieri scelti dai giocatori da una lista eterogenea che si differenzia sia nel design che negli attributi di gioco, si ritrovano in una stanza chiusa, con una sola fonte energetica di sostentamento: il nucleo energetico della capsula. Per fuggire dal dungeon, generato casualmente come ogni roguelike che si rispetti, i protagonisti devono esplorare una serie di stanze buie, affrontando orde di nemici, racimolando risorse e, una volta individuata l'uscita, raggiungerla trasportando con sè il nucleo energetico, così da raggiungere il livello successivo.



Per assaporare e gustare fino in fondo il gameplay di Dungeon of the Endless, però, non ci si può fermare ad una visione superficiale del titolo. Bisogna analizzare le meccaniche di gioco nella loro totalità, sia quelle relative ad un ambito più inerente ai tower defense, sia quelle del ben più vasto mondo dei giochi di ruolo. I videogiocatori non potranno girovagare alla cieca nel dungeon sperando di entrare in ogni stanza buia ed annientare ogni avversario senza un minimo di strategia. Al contrario, dovranno sfruttare al massimo le poche risorse che riusciranno ad ottenere, cercando di limitare al minimo l'apertura di nuove stanze (come si dice? Chi apre una porta, trova un mostrone!). Attraverso i materiali raccolti, i prigionieri potranno curare le proprie ferite, ripristinando così i loro punti vita, costruire un numero elevato di trappole ed oggetti utili sia dal punto di vista difensivo che offensivo. Quest'ultima meccanica risulta quindi fondamentale per il raggiungimento dell'obiettivo, soprattutto quando si dovrà trasportare il nucleo energetico verso l'uscita: un approccio ragionato ed incentrato sulla parte gestionale risulta nettamente più efficace di uno più arrembante. Da segnalare anche la possibilità di mettere in pausa il gioco in qualsiasi momento, fondamentale per ottenere il massimo risultato da questo sistema di tower defense più caotico rispetto a quello classico.



GdR of the Darkness



L'impegno messo in pratica dal team di sviluppo verso l'inserimento di nuove meccaniche relative ai generi roguelike e tower defense si può facilmente riscontrare anche quando si valuta la modernizzazione di quelle inerenti al mondo dei GDR. In Dungeon of the Endless la componente ruolistica si distacca da quella classica, caratteristica dei giochi a turni della precedente generazione (soprattutto su PC, come i primi due capitoli della serie) e con poche e semplici innovazioni, sfrutta elementi di base per garantire ai giocatori un maggior ventaglio di possibilità per affrontare al meglio le loro run.



Dopo aver ottenuto una quantità sufficiente di materie prime, infatti, i prigionieri avranno la possibilità di modificare il proprio inventario tramite l'acquisto di armi, armature ed accessori dai mercanti che dimoreranno nelle stanze dei dungeon. Inoltre, sfruttando una diversa tipologia di risorse, i giocatori potranno scegliere diverse strategie d'azione: curare le ferite del proprio personaggio oppure farlo salire di livello aumentando così le sue caratteristiche?



Il destino dei due prigionieri (potranno anche aumentare se si sarà abbastanza fortunati da trovare altri personaggi nelle capsule di salvataggio, per un massimale di quattro) sarà tutto nelle mani dei giocatori che dovranno trovare un loro personale equilibrio nelle meccaniche di gioco, provando e riprovando a portare in salvo i propri avatar. Le prime run potrebbero essere le più complicate, non essendo così intuitivi alcuni passaggi, soprattutto per quanto riguarda la componente di gestione ed utilizzo delle risorse. Dopo molti, ma brevi e fugaci tentativi, i dungeon nasconderanno sempre meno segreti e dopo aver appreso le basi di gioco, si riuscirà sempre più a ritardare la morte dei propri personaggi. Naturalmente, avendo caratteristiche da roguelike, la morte risulterà essere definitiva, con la conseguente perdita di ogni progresso ottenuto fino a quel momento.



Continua la lettura su www.playstationbit.com

29 novembre 2020 alle 17:30

Condiviso da popcornking.Piace a 3 persone