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Twin Mirror - recensione

Qualcuno sosteneva che la mente umana è come uno specchio: se è limpida, l'infinito vi si può riflettere e quel bagliore diventa un'apertura. Poi, piano piano, ci si può lasciare lo specchio alle spalle ed entrare nell'infinito, si può abbandonare il riflesso ed entrare nel Reale.



Cosa succede, però, se nella stessa mente coabitano due specchi agli antitesi tra loro? È ciò che si sono chiesti i talentuosi Dontnod Entertainment quando hanno ideato la sceneggiatura del loro Twin Mirror, thriller psicologico che rappresenta una prima volta assoluta per il team francese. Prima di tutto, si tratta del primo titolo completamente auto-prodotto dallo studio parigino ma è anche la loro prima incursione nel genere del thriller psicologico.



Dopo aver esplorato il filone del teen drama con Life is Strange, quello dell'horror con Vampyr e quello del dramma familiare con il peculiare Tell Me Why, Dontnod prova a cimentarsi con una storia più matura, più introspettiva e, per certi versi, più intima rispetto a quanto visto in passato. Il protagonista, Samuel Higgs, è un giornalista investigativo pacato e riflessivo che, per una serie di vicissitudini, ha deciso di lasciare alle spalle la sua città natale per tentare di costruirsi una nuova vita altrove.



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1 dicembre 2020 alle 18:11