Pistol Whip: 2089 - recensione
La scena della realtà virtuale sta crescendo esponenzialmente in questo 2020, consegnando sempre più giochi e forme d'intrattenimento nelle mani dei possessori di un visore. Se il caldo benvenuto ricevuto fino a qualche anno fa consisteva in esperienze per lo più statiche, l'attuale libreria VR di Steam, Oculus e PlayStation vi farà ricredere.
Uno dei titoli che più ha sorpreso lo scorso anno nell'ambito della realtà virtuale fu Pistol Whip, ad opera di Cloudhead Games. Il gioco, dopo il suo esordio lo scorso novembre, ha costantemente rilasciato contenuti aggiuntivi che hanno ampliato l'esperienza rendendolo un prodotto ricco e potenzialmente illimitato, cosa assai rara per un gioco in VR.
Prima di approfondire l'ultimo aggiornamento, ripercorriamo e scopriamo Pistol Whip, così da poter conoscere a tutto tondo l'esperienza che gli sviluppatori hanno realizzato. Il gioco è semplice quanto immediato: una pistola, uno scenario, una mappa a scorrimento, tanti nemici e una canzone a fare da sottofondo e a scandire la durata della sparatoria. I concetti sono essenziali ed è questa la grande forza del prodotto.
