Medal of Honor: Above and Beyond - recensione
La saga di Medal of Honor si era fermata circa 8 anni fa, nel 2012, con Medal of Honor: Warfighter, e per darne il giusto contesto, le console di riferimento su cui poterlo giocare erano Playstation 3 e Xbox 360. Lo sparatutto a tema bellico non è mai approdato nella appena conclusa generazione di Xbox One e Playstation 4, rimanendo silente sul prosieguo del franchise fino allo scorso anno. Oculus e Respawn Entertainment in realtà stavano lavorando ad un progetto tanto grande quanto ambizioso, ovvero, portare la seconda guerra mondiale sul palcoscenico della realtà virtuale.
Risulta abbastanza scontato capire che vi è un'enorme differenza sulla metodologia di sviluppo tra un prodotto per console e PC e quello per VR, da qui ne consegue un'aspettativa diversa su cosa attendersi ma al contempo, è impossibile nascondere la profonda curiosità che ne è scaturita in fase di annuncio. Nonostante la libreria dei giochi sviluppati esclusivamente per la realtà virtuale si stia pian piano popolando di prodotti di qualsiasi genere, uno shooter ambientato in contesti bellici è decisamente quello che mancava.
Dopo il primo sguardo ravvicinato a Medal of Honor: Above and Beyond, durante la nostra prova avvenuta all'inizio di questo dicembre, abbiamo potuto appurare la portata effettiva di questo progetto che non si limita ad essere un semplice gioco ma un'esperienza immersiva a 360 gradi sul periodo storico su cui si basa.
