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Redout: Space Assault - recensione

Ho un ricordo molto vivo della mia infanzia da videogiocatore. Mi ricordo sovviene di quando chiedevo ai miei genitori mille Lire da spendere in gettoni per la sala giochi vicino casa, meta fissa del sabato pomeriggio, dopo aver fatto tutti i compiti.



Di solito la coda era per cabinati come Street Fighter, Double Dragon, Arkanoid e Gauntlet. Ho speso ore su quei giochi ma mai come su Afterburner, che mi ha tenuto incollato allo schermo per ore, blastando nemici in un frenetico crescendo di sprite a 16 bit ed esplosioni.
Da allora non sono più riuscito a trovare un gioco che mi abbia dato le stesse emozioni. Fino ad oggi.



Corre l'anno 2395 e l'umanità sta per intraprendere forse il passo più lungo della propria storia: un viaggio che ci porta ad abbandonare la Terra per cercare una nuova casa. Centinaia di droni e satelliti sono stati inviati ai limiti del sistema solare, e molti scienziati si sono sacrificati in missioni spesso di sola andata, per esplorare pianeti inospitali con la speranza di trovare e creare una nuova casa per tutti noi.



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22 gennaio 2021 alle 18:11