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This is the Zodiac Speaking – Recensione

Il caso del killer dello Zodiaco è una storia vera che molti conosceranno anche grazie al film su esso basato, Zodiac. Verso la fine degli anni Sessanta, negli Stati Uniti, un serial killer commise diversi efferati omicidi e iniziò una sorta di gioco con la stampa inviando lettere crittografate in cui rivendicava le sue azioni e mostrava una cruda lucidità unita a una palese instabilità mentale. Il vero killer non è mai stato identificato e i casi non sono del tutto chiusi neanche oggi, ma la vicenda si è trasformata in un argomento “pop” che ha invaso cinematografia, letteratura e anche il mondo dei videogiochi. Punch Punk Games ci rende infatti protagonisti del caso con This is the Zodiac Speaking, un videogioco con spunti interessanti ma che, almeno su console, deve fare i conti con una realizzazione tecnica… da galera!



Terapia onirica



Nel videogioco vestiamo i panni del giornalista Robert. Ci svegliamo nel nostro studio dopo aver dormito troppo a lungo e osserviamo intorno a noi l'oggetto del nostro lavoro e del nostro interesse recente. Una lettera sulla scrivania riporta un messaggio del killer dello Zodiaco e un frammento dei suoi messaggi in codice è riportato su una parete, dove stavamo senza dubbio cercando di decifrarlo. Siamo uno dei referenti preferiti dell'assassino e, non a caso, poco dopo esserci svegliati, ci viene recapitato un pacco che contiene altri messaggi destinati direttamente a noi.



Risolto un piccolo enigma, scopriamo di essere stati convocati a una sorta di appuntamento con Zodiac, al quale non possiamo rinunciare vista la minaccia di far esplodere un bus di bambini. Nonostante l'attenzione e la precauzione di esserci muniti di un'arma, non potremo fare a meno di cadere vittima dell'assassino, riuscendo però a sopravvivere. Inizia così un incubo che, sei mesi dopo i fatti iniziali, è diventato un trauma insormontabile che combina l'ossessione per il killer, il ricordo del tentato omicidio e alcuni eventi legati all'infanzia di Robert che solo nel finale e con l'aiuto di uno psicologo troveranno una sintesi.



Investigatori furtivi



Potremmo definire This is the Zodiac Speaking come un videogioco investigativo a impostazione stealth. Se tralasciamo la sequenza iniziale e alcune brevi fasi di intermezzo nelle quali ci spostiamo tranquillamente all'interno del nostro appartamento alla ricerca di informazioni e documenti, il resto dell'avventura si svolge in location e con modalità del tutto diverse. Il pretesto è la terapia onirica portata avanti con il nostro psicologo, che ci aiuta a ricostruire e rivivere esperienze legate ad alcuni dei casi di omicidio del killer e ad alcuni eventi personali del nostro passato.



Prendendo spunto da luoghi e fatti realmente accaduti, This is the Zodiac Speaking ci conduce in posti che hanno fatto da tragico teatro ai reali assassinii di Zodiac. Lo scopo, in ognuna delle mini-mappe che potremo visitare, è recuperare indizi in grado di fare luce sul comportamento e sulle mosse del killer e delle sue vittime. Una volta ottenute sufficienti informazioni, dovremo riorganizzarle e mettere nell'ordine corretto per avere un quadro completo della situazione e procedere con la fase successiva.



Entrando nello specifico e facendo un esempio, in una delle prime scene ci troviamo nell'area di un campus scolastico. Uno degli indizi ha a che fare con una bevanda acquistata in un distributore automatico, ma per renderlo utilizzabile dovremo prima esplorare alla ricerca di una monetina, poi individuare il distributore e infine comprare la lattina per stimolare la deduzione di Robert. Non sempre il procedimento segue questo canovaccio, perché in alcuni casi è sufficiente interagire con una macchia di sangue o con un capo di vestiario abbandonato a terra per sbloccare l'indizio relativo.



Nemesis, sei tu?



Il tutto sarebbe abbastanza lineare e piatto se non ci fosse un elemento di disturbo. Il quale invece esiste ed è rappresentato dallo stesso killer dello Zodiaco. In ogni mappa dovremo infatti fare i conti con questo inquietante figuro incappucciato che vaga di continuo e che è pronto a inseguirci e ucciderci nel caso fossimo così imprudenti da farci individuare. Ecco allora tornare utile la funzione per accucciarsi, in modo da tenere un passo più felpato, e l'indicatore di rumore nella parte sinistra dello schermo che segnala quando stiamo esagerando.



Possiamo così decide di camminare, correre (almeno finché la barra della stamina è piena) o procedere in punta di piedi a seconda di quanto vogliamo rischiare la vita. Anche la musica viene in nostro soccorso, assumendo tonalità più acute e inquietanti quanto più il killer si trova nelle nostre vicinanze. Non solo, ma anche un indicatore di posizione compare quando siamo visibili e si allarga rapidamente se non troviamo un nascondiglio, fino a renderci esposti e a costringerci a fuggire disperatamente o a soccombere. Nel caso il killer ci catturi, ricominceremo dall'inizio della mappa ma conserveremo gli eventuali indizi raccolti, quindi il fastidio è solo relativo.



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5 febbraio 2021 alle 17:10

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