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Ary e il segreto delle stagioni – Recensione

E' il 2015 quando a Bruxelles, in Belgio, nasce eXiin, ambizioso team di sviluppo indipendente dalle audaci idee innovative. Quattro anni di programmazione e duro lavoro hanno dato alla luce Ary e il segreto delle stagioni, arrivato su PlayStation 4 solamente l'anno successivo dopo aver ricevuto il premio alla gamescom come miglior videogioco sviluppato con Unity 3D. Premio meritato? Scopritelo nella nostra recensione!



Mulan, sei tu?



L'incipit narrativo di Ary è piuttosto semplice. La protagonista, di nome Aryelle, vive insieme al fratello e ai genitori in un paese chiamato Yule, uno dei quattro quartieri che costituiscono la regione di Valdi. In ognuno di questi domina una stagione permanente il cui equilibrio viene garantito dal Consiglio dei Guardiani, di cui il padre di Aryelle fa parte. Un giorno, una minaccia incombente dal passato compromette l'equilibrio climatico scombussolando l'intera regione e obbligando un consiglio d'urgenza fra i quattro Guardiani.



Purtroppo, scopriremo ben presto che Aryelle ha perso il fratello gemello pochi giorni prima, deceduto in seguito a una battaglia contro delle bestie selvatiche. La ragazzina, dopo aver constatato che il padre non prenderà parte al consiglio per lutto, decide di travestirsi da suo fratello (tagliandosi i capelli in una cutscene che è un neanche troppo celato omaggio a Mulan) e di fuggire di nascosto da casa per raggiungere i Guardiani. La protagonista è convinta che il fratello sia ancora vivo e che questo evento sia legato alla sua scomparsa.



Così ha inizio l'avventura di Aryelle. Purtroppo, la trama si rivelerà ben presto un espediente per costringerci ad andare a caccia di oggetti a zonzo per una mappa di gioco inutilmente grande e spoglia, salvo poi sbatterci in faccia una doppia cutscene finale che tira in ballo contenuti apparentemente molto maturi e carichi di emozioni. La formula non funziona, la trama non mostra alcun tipo di mordente e sembra anzi essere eccessivamente frammentata. Le basi, su cui eXiin ha probabilmente intenzione di sviluppare un sequel, sono molto interessanti. Tuttavia, una narrazione priva di ritmo e colma di incoerenze non permette alle buone idee del team belga di emergere, se non durante la sequenza finale che lascia solo l'amaro in bocca per aver mostrato che Ary avesse un potenziale contenutistico che gli autori non sono stati in grado di valorizzare.



Siamo stati felici di poter leggere dei testi in italiano, essendo la localizzazione in lingua nostrana sempre più rara, sebbene avessimo preferito non imbatterci in qualche errore di troppo. Sorvolando su questo aspetto, i dialoghi sono calibrati bene come lunghezza e contenuto ma non ci permettono di conoscere a dovere i personaggi principali della storia e di empatizzare con loro. Si sente terribilmente la mancanza di un doppiaggio, presente solamente nelle poche e brevi (ma gradevoli) cutscene.



Continua la lettura su www.playstationbit.com

27 febbraio 2021 alle 17:10

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