Disjunction - recensione
Il futuro che ci aspetta è terribile, ormai lo sappiamo. Vivremo in megalopoli con palazzi alti centinaia di piani, il sole sarà solo un lontano ricordo da rivivere sotto forma di ologramma tramite il chip impiantato nel nostro cervello e i neon saranno il nostro unico conforto luminoso in una vita che verrà messa in pericolo ad ogni angolo di strada... se mai riusciremo a raggiungerla, la strada.
Disjunction racconta uno di questi futuri richiamando le atmosfere tanto care a William Gibson, Ridley Scott e Katsuhiro Otomo, e si presenta come uno stealth game con elementi RPG.
Sono tre i protagonisti che controllerete, ognuno con un background svelato lentamente per non rovinare ciò che arriverà poi. Frank, Joe e Spider vivono nella New York del 2048. Non si conoscono ma i binari dei loro destini corrono paralleli e vengono illuminati dai flash delle pubblicità neoplastiche fluo che dominano la città.
