Curse of the Dead Gods - recensione
Oggi il genere roguelike rappresenta un vasto mondo popolato da videogiochi molto simili tra loro, che cercano di differenziarsi nella giungla del mercato con qualche spunto di originalità.
È capitato con Hades, che ci ha conquistato con il suo design pittoresco, immergendoci nel crudele pantheon ellenico e mettendoci nei panni di Zagreus. E capita ora con Curse of the Dead Gods, che in comune col fortunato titolo dei Supergiant Games ha un periodo di accesso anticipato, ormai fondamentale per garantirsi una solida base di fedelissimi anche prima della data di pubblicazione.
Il team francese Passtech Games ci porta all'interno di un tempio precolombiano che è meglio non sottovalutare. Attirati dal luccichio di una montagna d'oro azteco, veniamo accolti al suo interno dalla malvagità di T'amok, Yaatz e Sich'al, le antiche divinità a protezione del tesoro.
