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Monster Hunter Rise - recensione

Perché l'E3 di Los Angeles è un appuntamento così importante e atteso per i videogiocatori più appassionati? Semplice: perché si tratta di un'autentica fucina di sogni. Basta davvero poco, un trailer, qualche fotogramma, delle note musicali che accompagnano la comparsa di un logo sullo schermo e il pubblico va in completo delirio.



Volete un esempio? La presentazione di Monster Hunter: World nell'edizione del 2017. Shawn Layden, allora dirigente SIE Worldwide Studios, era sul palco e stava conducendo il panel dedicato a PlayStation presso la kermesse statunitense mentre il pubblico in sala era impegnato a commentare alcune sbalorditive clip di gameplay appena mostrate.



All'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, Layden iniziava a parlare del prossimo titolo, un gioco appartenente ad un franchise legato a doppio filo alla storia di Sony nonché uno dei suoi preferiti in assoluto. Mentre sul teatro calava il buio, tutti attendevano in religioso silenzio il reveal. Come dicevamo, basta davvero poco: una rapida occhiata ad un ambiente boschivo irraggiato dal sole, un personaggio in armatura che muove qualche passo portando sulle spalle un enorme spadone d'osso e tutti che capiscono immediatamente cosa stava succedendo.



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23 marzo 2021 alle 16:12