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It Takes Two - recensione

(L'occasione era di quelle irripetibili: un gioco incentrato su una relazione di coppia, e una coppia di redattori che hanno realmente una relazione nella vita di tutti i giorni. Ecco perché per trattare It Takes Two la soluzione perfetta è sembrata quella di una recensione a quattro mani, raccontata come fosse un dialogo tra Gianluca e Virginia. Buona lettura! ndSS)



G: La prima volta che Virginia mi parlò di It Takes Two, a seguito dell'anteprima a cui aveva partecipato a febbraio, mi rivelò che semplicemente non ero pronto a quel che avrei trovato nella nuova opera di Josef Fares, eccentrico e talentuoso director di origini libanesi salito alle cronache tanto per la sua comunicazione sopra le righe, tanto per la bontà dei suoi videogiochi.



Il suo entusiasmo non era riuscito in un primo momento ad innescare il mio, perché nonostante avessi adorato Brothers e A Way Out, pensavo d'aver inquadrato il taglio e la dimensione della direzione artistica di Fares. Insomma, immaginavo qualcosa che fosse in linea con le sue produzioni passate, un videogioco AA con idee grandiose ma imbrigliato all'interno dei limiti produttivi di un'opera indipendente. Mi sbagliavo, e nemmeno di poco.



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24 marzo 2021 alle 16:01