Taxi Chaos - recensione
Ci sono giochi del passato che, in un modo o nell'altro, hanno attraversato e fatto vivere momenti singolari a molteplici generazioni, unici nel suo genere, titoli così tanto peculiari da divenire iconici. Uno di quei prodotti è sicuramente Crazy Taxi di SEGA, che fece il suo esordio nell'ormai lontano 1999, esploso l'anno dopo con la conversione per Dreamcast e approdato nel 2001 anche su Playstation 2 e Gamecube.
Se invece avete meno di 30 anni sicuramente il vostro incontro con questo arcade game è avvenuto con i due capitoli successivi, culminati con l'ultimo Crazy Taxi 3 nel 2002 pubblicato solamente per la prima Xbox e successivamente per Windows.
Poco importa quale sia l'anno esatto o la piattaforma su cui avete fatto le prime corse in taxi con il titolo di SEGA, tutti noi siamo stati affascinati dalle folli peripezie compiute per portare i più variopinti clienti alle loro destinazioni. Abbiamo voluto fare questa premessa perché all'annuncio del gioco oggetto di questa recensione è stato inevitabile ripercorrere il viale dei ricordi con la convinzione di essere di fronte ad un seguito spirituale di quel gioco che ci ha tenuto per ore incollati allo schermo negli anni 2000.
