MotoGP 21 - recensione
Sapete, solitamente faremmo la nostra classica introduzione dedicata all'evoluzione dei videogiochi racing di Milestone, ripercorrendo la sua storia nel mondo delle due ruote e mettendo sotto il microscopio le ultime istanze del titolo dedicato alla licenza del motomondiale. Perdersi in giri di parole, d'altra parte, significherebbe fare uno sgarbo a MotoGP 21, o meglio, alla particolare filosofia creativa che ha guidato la mano degli sviluppatori.
Niente chiacchiere quindi: MotoGP 21 è un videogioco asciutto, diretto, senza fronzoli. Vuole fare una cosa sola, e vuole farla maledettamente bene. Non tenta di essere un parco a tema, né di aggiungere sfide extra o modalità accessorie a quella che è l'essenza della produzione. L'obiettivo di MotoGP 21 è uno e uno soltanto: offrire una solida esperienza virtuale, sia essa interpretata in chiave simulativa o arcade, della massima competizione motociclisitica.
Questa visione minimalista emerge sin dal primo approdo nel menù principale, quando ci si trova di fronte a un ristretto mosaico di tessere che condividono un'unica anima: non importa quale sia la modalità che si sceglie di selezionare, perché a pochissimi istanti dall'avvio ci si troverà a dover scendere in pista. Quindi allacciate il casco, scaldate i motori, mettete la prima e mollate la frizione: se siete amanti dell'adrenalina delle corse, se non vedete l'ora di strisciare i gomiti sull'asfalto, se non avete paura di spingere tutto il corpo fuori dalla moto, beh, MotoGP 21 potrebbe fare al caso vostro.
