Days Gone (PC) - recensione
Nonostante Sony si tenga stretta alla sua strategia basata sulle esclusive, ultimamente s'è dimostrata interessata a cedere qualcuna delle sue IP che sembravano intoccabili. A beneficiarne sono state Steam ed Epic Games, che dopo Horizon Zero Dawn si preparano ad accogliere Days Gone. L'open world di Bend Studio (che ricordiamo, con Syphon Filter sono stati tra i primi esploratori del genere action-stealth), nonostante la tiepida accoglienza al lancio ha oggi raccolto un'orda di fan che ne chiede a gran voce un sequel.
Non sono mancate le polemiche. La saga di Days Gone si fermerà qui, pare, perché è stato affossato da un punteggio Metacritic in cui la media del 7 è considerata sinonimo di fallimento. Il Creative Director John Garvin ha rivolto l'accusa ai giocatori, colpevoli di non comprare sempre e solo al day one, a prezzo pieno.
Era la frustrazione a parlare, ma se è vero che i Syphon Filter dovevano vedersela con la pirateria, per Days Gone il vero nemico condivideva lo stesso tetto: competeva niente poco di meno che con The Last of Us e l'allora imminente sequel. Le differenze tra i due giochi sono profonde, abissali se andiamo oltre la superficie, ma si sa, la prima impressione fa molto.
