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Necromunda: Hired Gun – la recensione

Lo scorso marzo Focus Home Interactive ha annunciato Necromunda: Hired Gun, uno sparatutto ambientato nell'universo di Warhammer 40.000, sviluppato da Streum On Studio. Inutile dire che le aspettative dei giocatori erano alle stelle, vuoi per l'incredibile fascino della famosa serie ideata da Games Workshop, vuoi perché il titolo in questione urlava Doom ad ogni fotogramma. E spesso basta vedere una grafica in 3D e qualche trailer ben confezionato per mettere sullo stesso piano prodotti con valori produttivi estremamente differenti, perdendo così ogni contatto con la realtà.



Sentiamo il bisogno di fare questa premessa perché Streum On Studio è solo un piccolo team che non dispone di ingenti risorse. Ciò che non manca a questi ragazzi è tuttavia la passione per quello che fanno, e lo abbiamo percepito nel corso delle oltre 10 ore spese sul gioco. Fatte queste considerazioni, Hired Gun è un progetto con tanti pregi quanti difetti, alcuni dei quali da non sottovalutare. Nel corso di questa recensione vedremo quindi di fare chiarezza su cosa funziona e cosa no.




Necromunda, il pianeta formicaio



Prima di addentrarci nel vivo dell'analisi crediamo sia opportuno fornirvi un contesto adeguato. Necromunda: Hired Gun è ambientato sull'omonimo pianeta che dà il nome al gioco da tavolo. È uno dei tanti pianeti formicaio dell'Imperium dell'Umanità, luoghi adibiti alla fabbricazione di munizioni, armamenti, o al reclutamento di cadetti da parte degli Space Marines. In questi mondi sovrappopolati sono presenti città particolarmente dense e stratificate che si espandono in larghezza e si ergono fino al cielo. La rigida struttura gerarchica che caratterizza queste società è finalizzata alla produzione e lascia ben poca libertà agli individui, specie se appartenenti a classi meno privilegiate. Queste condizioni opprimenti trovano una valvola di sfogo nei sottoformicai, dimora delle classi inferiori e dei criminali più spregevoli, protagonisti delle schermaglie del suddetto gioco. Necromunda ci mostra dunque un immaginario distopico caratterizzato da un'estetica industrial semplicemente irresistibile, perfetta per uno shooter in prima persona.





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Storie di soldi e vendetta



Il titolo in questione ha inizio con una cut-scene che ci dà i primi dettagli sulla nostra missione e ci aiuta ad inquadrare meglio la situazione. Ci viene svelato che – nonostante l'apparente caos – nel sottoformicaio è la Gilda dei mercanti che mantiene l'ordine e, se questo equilibrio dovesse svanire tutto il sistema ne risentirebbe. Marro Veerax – un membro della suddetta associazione – è stato ucciso, e il nostro compito sarà quello di eliminare i suoi responsabili.



La nostra avventura comincia subito dopo aver selezionato un mercenario tra una rosa di quindici personaggi preimpostati. Dopodiché prenderemo parte ad un'incursione insieme ad altri due mercenari – sebbene ci separeremo subito – al fine di circondare le Escher. Le cose non vanno come previsto, i due killer vengono annientati e poco dopo subiamo la stessa sorte a causa di un misterioso individuo. Fortunatamente, il nostro mandante Kal Jerico ci trova in tempo e riesce a salvarci facendoci impiantare avanzatissimi cyberware trovati sul luogo della missione. Stando a Jerico, la mente dietro questi disordini sarebbe un certo Silver Talon e ci promette una grande fortuna se riusciremo ad eliminarlo.



A dire il vero, la storia di Necromunda: Hired Gun non brilla per originalità e non ha troppo mordente, ma è un filo conduttore che delinea i nostri obiettivi tra una missione e l'altra. Durante i tredici incarichi della campagna abbiamo visitato altrettante location, molte delle quali ci hanno stupito per direzione artistica e level design. Non tutti gli scenari sono allo stesso livello e non tutte le missioni ci hanno intrattenuto quanto avremmo desiderato, ma nel complesso siamo rimasti abbastanza soddisfatti.





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In modo del tutto inaspettato, Hired Gun offre ben 15 mercenari tra cui scegliere.



Sparatorie old-school



Il punto forte della produzione è chiaramente il gameplay, che risulta veloce, frenetico e offre diverse abilità legate al movimento. Grazie agli impianti di cui sopra, è possibile eseguire doppi salti e correre sui muri. A questi si aggiunge il rampino, che consente di aggrapparsi a nemici e sporgenze per spostarsi velocemente da una zona all'altra. Il paragone con Doom forse potrebbe sembrarvi quasi scontato, ma le dinamiche degli scontri sono sensibilmente diverse. Anche in Necromunda: Hired Gun la chiave per restare in vita sta nel movimento, ma i combattimenti spesso si svolgono in arene differenti rispetto alla serie di id Software. Capita spesso di trovarsi in luoghi sconnessi, strutturati su più livelli o piattaforme, perciò diventa essenziale imparare a sfruttare muri e appigli di ogni genere per avere la meglio sui nemici.



E se in Doom abbiamo sempre una visuale definita di ciò che accade a schermo, in Hired Gun le cose sono differenti. Ciò è dovuto sia alla natura articolata delle mappe – che non sempre ci danno un'immagine chiara di cosa succede – ma soprattutto ad una certa sporcizia visiva. Il titolo offre sì un buon colpo d'occhio (in merito agli scenari) ma non aspettatevi un comparto tecnico di prim'ordine. Necromunda di per sé è un luogo sporco e complici le tonalità scure di molte texture, distinguere i nemici potrebbe rivelarsi ostico. Il gioco ci offre la possibilità di attivare un contorno bianco per rilevare i nostri avversari, sfortunatamente tale aiuto si è rivelato piuttosto limitato.





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Il contorno bianco è estremamente utile, peccato che talvolta sia difficile distinguere i nemici sullo scenario.



La via del mercenario



Ad ogni modo, il gameplay di Necromunda: Hired Gun non si limita al solo movimento, ma ci dà una serie di armi e strumenti che possiamo utilizzare a nostro vantaggio. Tanto per cominciare, abbiamo a disposizione sei rami di abilità differenti con cui migliorare il nostro personaggio. Alcune di queste sono focalizzate sul potenziamento delle abilità fisiche e rigenerative, altre invece ci concedono potenti capacità psioniche. Queste in totale sono sette, possiamo accedervi in qualsiasi momento tramite una ruota delle abilità e volendo possiamo associarne una al tasto R3. Ad esempio, abbiamo Sensi Aumentati che rallenta il tempo, Frantumazione che ci fa letteralmente scoppiare i nemici ecc. L'unica che non abbiamo apprezzato è Batteria Auger. Si tratta di una visuale che evidenzia le fonti di calore, i tesori nascosti per lo scenario e quant'altro, ma l'abbiamo trovata visivamente fastidiosa.



Il potenziamento delle abilità avviene comunque in modo lineare e schematico, quindi basta continuare a giocare per potenziare completamente ogni attributo. Questo discorso si estende al Mastino, di cui non abbiamo ancora parlato ma che vi introduciamo adesso. Su PlayStation, con la pressione del tasto cerchio possiamo richiamare in azione il nostro fidato amico. Questo attaccherà i nemici che punteremo e, più in generale, i nostri bersagli verranno evidenziati da un contorno rosso. Così otterremo una maggiore consapevolezza di chi ci sta intorno e potremo muoverci con più efficacia. Per incrementare la sua efficienza potremo potenziarlo, e il gioco ci offre tre macro-categorie differenti che influiscono su vari attributi. Salute, tempi di cooldown, danni ai nemici, sono tutti elementi che possono essere migliorati se decideremo di trasformare il nostro cane in un Cyber-Mastino.





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I tutorial nel gioco sono abbastanza risicati ma almeno è stato fatto un buon lavoro con le dimostrazioni delle tecniche acquistabili.



Spara che ti passa



In tutto ciò non abbiamo ancora parlato dello shooting. Necromunda: Hired Gun offre una discreta varietà di bocche da fuoco, molte delle quali hanno un feeling leggero. Nonostante ciò, sono presenti alcune armi come i fucili da combattimento che hanno un rinculo così ridicolamente alto da risultare eccessive. Dobbiamo comunque dire che il risultato complessivo non ci è dispiaciuto, poiché in linea con il tipo di gioco. Ad ogni colpo sparato il pad offre un feedback sotto forma di vibrazione, ed è un peccato che le animazioni di certi nemici colpiti non siano altrettanto riuscite.



Possiamo portare con noi cinque armi, tra pistole, armi pesanti, armi speciali o shotgun per citarne alcune. Non abbiamo capito però perché non sia possibile sostituire l'arma base. Ci spieghiamo meglio, comprendiamo il desiderio di non rimpiazzarla con altre categorie, ma non è possibile farla salire di grado/rarità dunque i danni inflitti dalla stessa sono abbastanza limitati. E se andiamo ad equipaggiare un'arma dello stesso tipo (in un altro slot) nel momento in cui dovremo usarla finiremo per confonderle. Questa è probabilmente la scelta più ambigua e discutibile cui ci siamo imbattuti e speriamo sia soltanto un bug.



Per quanto riguarda i controlli, reputiamo che la sensibilità della mira sia soddisfacente, nonostante il livello minimo della zona morta sia solo al 21% e ciò potrebbe non piacere a tutti. Durante la nostra partita ci siamo infine imbattuti in un fastidioso bug che disabilitava le impostazioni relative agli assist alla mira. Le nostre intenzioni erano di giocare con gli assist al minimo, ma ci siamo presto resi conto di giocare perennemente con gli aiuti disabilitati. Pertanto, questa situazione si è ripercossa significativamente durante alcune azioni come le sparatorie sui muri, con risultati inferiori alle aspettative.





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L'Ironfist compare in diverse cut-scene, purtroppo però non può essere rimpiazzata da versioni più potenti.



Cose da fare, cose da raccogliere



Trai motivi che potrebbero spingervi a giocare Necromunda: Hired Gun per più di qualche ora trovate un sistema di valutazione a fine missione, attività secondarie e ovviamente il loot. Al termine di ogni incarico riceverete una valutazione basata su tre criteri differenti che determineranno i vostri guadagni. Per ottenere l'agognata S dovrete eliminare i nemici in modo stiloso, trovare quanti più forzieri possibili ed evitare di utilizzare curativi come gli Stimm. Questo sistema si estende anche alle missioni secondarie, suddivise in B, A ed S, sulla base di ricompense e difficoltà. Le attività proposte offrono una discreta varietà tra sabotaggi, salvataggi, controllo di alcune zone o semplici eliminazioni, ma purtroppo diventano ripetitive in poco tempo. Di conseguenza, gli unici motivi che potrebbero spingervi a giocarle sono i bottini e le reputazioni. Infatti, completando queste attività migliorerete il rapporto nei confronti delle varie fazioni presenti.



Quanto ai loot, sono ottenibili aprendo i forzieri o eliminando i nemici. Il gioco offre un certo numero di armi ed equipaggiamenti, disponibili su più livelli di rarità. All'armeria, accessibile dall'HUB del gioco o selezionabile prima di ogni missione, possiamo inoltre personalizzare le nostre armi. Ogni arma è dunque personalizzabile sia a livello meccanico che estetico. Attraverso mirini, canne, tamburi e quant'altro è possibile influenzare cinque statistiche differenti tra cui la stabilità e la precisione. Tramite particolari oggetti possiamo associare un elemento alle nostre armi, mentre i portafortuna migliorano le possibilità di ottenere oggetti migliori. Con gli equipaggiamenti possiamo invece lavorare su semplici build determinate da più salute, capacità critica ecc.





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La personalizzazione delle armi è piuttosto soddisfacente, ma il menu dell'armeria e quello dell'inventario andrebbero resi più fluidi.



Comparto tecnico e direzione artistica



Come avrete capito leggendo i primi paragrafi, dal punto di vista estetico e stilistico abbiamo adorato Necromunda: Hired Gun. Che siate amanti dell'universo di Warhammer o meno, è indubbio che il setting preso in oggetto sia estremamente valido e riuscito. Purtroppo però, il comparto tecnico è tutt'altro che stabile e rifinito. Vi abbiamo già anticipato la sporcizia grafica, a cui si affiancano modelli poligonali dei nemici non proprio esaltanti, animazioni poco convincenti e particellari datati.



I problemi si estendono ad un menu degli oggetti un po' lento e bug che talvolta ci hanno costretti a riavviare il gioco. Abbiamo trovato alcune cut-scene eccessivamente singhiozzanti, mentre il volume del doppiaggio è troppo basso a causa di qualche problema dovuto al mixaggio. Piacevole invece la colonna sonora composta da Olivier Zuccaro, che alterna adrenalinici pezzi metal ad altri d'atmosfera.





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Per qualche strana ragione, molte delle cut-scene nell'HUB del gioco sono sbiadite. Un po' smarmellate per dirle a la Boris.



Infine, il gioco dispone di un sistema di esecuzioni in stile Doom che sfortunatamente si è rivelato disastroso. Durante questi momenti le animazioni sono legnose e rallentano vertiginosamente il ritmo di gioco. Più volte abbiamo assistito ad effetti stuttering che ci hanno disorientato non poco, con nemici che si avvicinavano salvo poi bloccarsi fino al termine dell'animazione. In questo modo ci siamo trovati ripetutamente alla mercé dei nostri nemici, i quali non perdevano l'occasione per colpirci una volta conclusa l'esecuzione. Questo aspetto è senza dubbio l'elemento più critico del titolo e meriterebbe di essere rivisto.



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5 giugno 2021 alle 18:10