Minute of Islands - recensione
Esiste una figura tanto rilevante quanto, ormai, sottovalutata: il prescelto. Questo tipo di personaggio viene coinvolto in situazioni terribilmente delicate, talvolta contro la sua stessa volontà. Il peso del mondo grava sulle sue spalle fragili; il motivo per cui sia stato scelto proprio lui è ignoto, ma è probabilmente una delle decisioni più dolorose e pericolose. Si ritrova infatti a dover decidere del destino altrui, ma chi è stato a scegliere il suo? Ebbene, queste storie a volte finiscono con un sacrificio, altre con battaglie colossali ma dal lieto fine.
Il focus è sempre incentrato sull'evoluzione del personaggio, sul senso di responsabilità che va aumentando progressivamente e su quanto possa sembrare, a volte, perfetto. Certo, quelle storielle sono interessanti, confortevoli, rassicuranti: ci insegnano il valore della forza, della determinazione e del coraggio. Il punto è che... il prescelto è tutt'altro che perfetto. Talvolta non è neanche in grado di prendersi cura di se stesso, e oltre al peso della sua stessa esistenza grava anche quello della sua famiglia, nonché del mondo intero.
Inizia così una messinscena lentamente fatale, piena di bugie e maschere. Quella persona non è forte, bensì deve esserlo. Non può permettersi di mostrare cenni di debolezza, e a lungo andare tutto ciò può portare a conseguenze devastanti. Minute of Islands vuole porci una storia alternativa, che va al di là dei classici stereotipi. È un gioco che sceglie di scavare nelle viscere dei ricordi, e che ci proietta nei labirinti orrendi dell'ansia e del trauma. Mo, protagonista di questo titolo, come potrete capire non è la solita prescelta, e questa non è la solita storia.
