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Ender Lilies: Quietus of the Knights - recensione

L'estate è appena iniziata ma il caldo è già insopportabile. C'è bisogno di the freddo a litri, aria condizionata e un videogioco capace di coinvolgere senza essere "pesante". Di solito questo tipo di titoli si trovano nel florido mercato Indie, che anche stavolta in effetti ha partorito una piccola gemma che vi consigliamo di prendere in considerazione ancora prima di iniziare a parlarne.



Questo gioiellino si chiama Ender Lilies: Quietus of the Knights, ma d'ora in poi lo chiameremo solo Ender Lilies. Fa parte della macro-categoria nota a tutti come Metroidvania, con una scivolata verso i Souls-like, ma riesce a scavarsi una nicchia tutta particolare grazie ad una direzione artistica a dir poco sublime e ad alcune idee di gameplay interessanti (anche se non originalissime) e perfettamente integrate nei meccanismi tipici dei generi di appartenenza.



Ne è protagonista una gracile fanciulla quasi totalmente priva di memoria, che dopo essersi risvegliata su un mistico altare è costretta a muoversi in un mondo oscuro, il Regno di Finis. Qui gli abitanti un tempo sereni sono stati trasformati dall'inesorabile Necropioggia in Impuri, bestie selvagge assetate di sangue. Lily non avrebbe avuto speranze di sopravvivenza se non fosse per il suo particolare potere che le permette di purificare le anime corrotte facendole schierare dalla sua parte. I suoi primi passi sono guardati a vista e protetti da un misterioso spirito guerriero votato alla sua protezione. Grazie ad esso imparerete i primi rudimenti del combattimento, ma sarà solo con lo sviluppo della trama che Ender Lilies svelerà il suo potenziale.



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4 luglio 2021 alle 10:40