The Great Ace Attorney Chronicles - recensione
Siete in tribunale, alle prese con una situazione agghiacciante e terribilmente contorta. Chiudete gli occhi per un attimo, ascoltate i battiti impazziti del vostro cuore e inseguiteli come fossero fiori trascinati dal vento. I polmoni si trasformano in una macchina impazzita e incapace di controllarsi; dovrete essere voi a prendere nuovamente il controllo di quel meccanismo. Inspirate a fondo e lentamente, per poi riaprire gli occhi. Siete cinicamente osservati da un pubblico sconosciuto, davanti a un banco che a malapena riesce a sorreggervi dall'ansia. Un rumore improvviso fa raggelare il vostro sangue, come una doccia ghiacciata e dolorosa quanto un pugno in faccia. Un possente uomo in ghingheri batte un martello in legno, facendo sobbalzare chiunque: l'imprescindibile giudice.
Ebbene, la storia di The Great Ace Attorney Chronicles ruota attorno alla giustizia, alla legge e all'investigazione. Questo è sicuramente il fulcro interattivo, ma c'è ben altro. Abbiamo giocato tutti gli episodi di questa collezione, ed è una storia che abbiamo divorato, spolpato e analizzato quasi come farebbe il nostro buon Ryunosuke Naruhodo, protagonista del gioco. Gli appassionati del genere conoscono molto bene questa serie, e soprattutto sono ben consapevoli dei suoi pregi e difetti. The Ace Attorney è sempre stato croce e delizia per noi giocatori; la linea che separa il coinvolgimento dal nervosismo può essere incredibilmente sottile.
Diamo la priorità a ciò che più ci ha colpito. Il comparto narrativo, nel corso degli episodi, si plasma sicuramente su un contesto giuridico. Aule, processi, obiezioni, esami: saranno tra i tanti, innumerevoli elementi di questo titolo. Ci aspettavamo episodi piuttosto simili tra loro, col rischio di sfociare nella monotonia. Con grande sorpresa, invece, abbiamo sperimentato storie diverse e incredibilmente convincenti, nonostante ruotino comunque attorno al nostro Naruhodo.
