The Ascent - recensione
È davvero possibile sviluppare un gioco dalle qualità di un tripla-A senza avere i budget faraonici dei colossi dell'industria?
Può un piccolo team indipendente rivaleggiare con le produzioni più blasonate del pianeta facendo affidamento solo sulla propria smisurata passione per il medium?
La risposta è sì se si parla di Neon Giant, i cui dodici membri sono autentici veterani del gaming. Questo piccolo studio, fondato appena tre anni fa in Svezia da Tor Frick, Arcade Berg, Jonathan Heckley e Erik Gloersen (già saliti all'onore delle cronache, tra le altre cose, per il proprio lavoro su titoli del calibro di Wolfenstein, Bulletstorm e Doom), ha da subito voluto mettere in chiaro la propria missione: produrre un titolo di esordio dalla qualità estremamente elevata, un mondo vivo e vibrante in cui i giocatori avrebbero potuto perdersi per decine di ore anche solo per il gusto di esplorarlo da cima a fondo.
