Foreclosed - recensione
Foreclosed, per chi non lo sapesse, in inglese significa "precluso, escluso, pignorato" e mai come in questo caso la definizione calza a pennello al protagonista di questo particolare ibrido tra visual novel e TPS in salsa cyberpunk. Nel futuro cyber-distopico immaginato dal mini-team tutto italiano Antab Studio, voi siete un uomo qualunque, che si sveglia nel suo cubicolo iper-tecnologico sperando in un futuro migliore. Passa la vita nel tentativo di saldare il suo debito. Sì, perché nel mondo in cui vive Evan Kapnos le identità personali non esistono. Vengono acquisite praticamente alla nascita e bisogna lavorare per riuscire a riappropiarsene... ammesso che si possa.
Un "bel" giorno ad Evan viene preclusa anche questa sua identità in prestito e con essa l'accesso a qualsiasi interazione sociale. I volti delle persone che incontra vengono oscurati (avete presente quel folle episodio di Black Mirror?) e le sue finanze totalmente bloccate. Diviene in sostanza un errore di sistema e come tale deve essere eliminato.
Fortunatamente per lui, dal nulla spunta una voce che parlando direttamente alle sue sinapsi lo aiuta a fuggire quasi prevedendo le mosse dei suoi persecutori e conducendolo in un luogo temporaneamente sicuro. Vi ricorda l'inizio di The Matrix? E magari anche un episodio di Black Mirror, giusto? Avete ragione, i ragazzi italiani che hanno sviluppato Foreclosed sono evidentemente degli avidi consumatori di film e serie sci-fi ma questo ai nostri occhi non può che essere un pregio.
