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I, AI – Recensione

Basta un'occhiata alla schermata di I, AI per fare un viaggio mentale lungo anni, anche decenni, ripensando a uno dei capostipiti degli sparatutto spaziali che hanno segnato tante stagioni del medium. Una tipologia videoludica che ha vissuto un periodo di massimo splendore alternato ad altri più in ombra. Oggi Satur Entertainment e Sometimes You cercano di tornare ai fasti del passato parlando alla generazione corrente con la loro ultima opera ai confini di una galassia perduta.



Io sono AI



In un futuro lontano ma dai contorni temporali sfumati, le guerre sono ancora all'ordine del giorno. A questo scopo, una base militare spaziale ha progettato un'intelligenza artificiale a scopi bellici. Il loro lavoro è stato talmente efficiente al punto che la loro creazione ha acquisito capacità da mente umana e ha scelto di ribellarsi ai suoi padroni e creatori. Il nostro alter ego fugge quindi dal laboratorio e, nel livello introduttivo, raggiunge l'hangar della stazione. Qui ruba una navicella per guadagnarsi la libertà tanto bramata.



Se da un lato è lodevole l'impegno nell'infondere un contesto narrativo alle nostre carneficine spaziali – con tanto di sequenze animate introduttive e il nome I, AI che sembra richiamare un parallelismo tra mente meccanica e umana – va anche specificato che non ci si spinge oltre, ovvero la trama rimane non più di un pretesto per poi passare all'azione. Dopotutto il cuore del gioco e gli sforzi degli sviluppatori vanno proprio in direzione del gameplay ed è lì che ci dirigiamo a velocità di curvatura.



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Io sono una navicella temibile



Ispirandosi ai classici del genere di appartenenza, I, AI prende l'impalcatura da sparatutto a scorrimento senza introdurre particolari guizzi originali alla formula. Il veicolo requisito in precedenza si snoderà lungo venti livelli distinti sostanzialmente omogenei tra loro tanto dal punto di vista estetico, quanto da quello ludico. A sbarrarci la strada verso l'indipendenza saranno torrette, navi e mine sparpagliate pronte a esplodere, per una varietà di nemici risicata e insieme minacciosa. Riuscendo a passare attraverso tali flotte, giungeremo infine all'immancabile boss meccanico grazie alla quale sconfitta otterremo ricompense e potremo dirci un passo più vicini alla salvezza. Ogni avversario abbattuto fornisce una quantità più o meno cospicua di sfere blu, la valuta di gioco da spendere in un menù riservato ai potenziamenti.



Parliamo di dieci parametri differenti relativi a miglioramenti delle armi e della barra della vita, di poteri bonus come scudi temporanei, bombe o persino l'opportunità di sfuggire al game over una volta a partita. Ancora, tale sistema di progressione fornisce una discreta rigiocabilità – seppure sempre e solo relativa al numero di zone disponibili – all'ultima fatica di Satur Entertainment, invitando il giocatore a ripetere i livelli precedentemente terminati al fine di conquistarsi quante più premi possibili e diventare via via più forte. Se da un lato tale stratagemma può ingolosire gli amanti di quella meccanica che in gergo viene riassunta nella parola grinding, dall'altro può stuccare altri fino a diventare troppo ripetitivo. Il gameplay è racchiuso pertanto in poche parole: una riproposizione in chiave moderna dei canoni classici degli sparatutto extra terrestri frenetica quanto basta, eppure incapace di stuzzicare l'utente più navigato con qualche trovata originale.




Io sono un moderno rétro



I, AI viene promosso come un'esperienza classica trascinata nel mondo contemporaneo e in virtù di questo vanta una direzione artistica fedele al passato. Ciò si traduce in un aspetto estetico poco ispirato e anzi monotono e poco distintivo, il quale non aiuta la produzione a spiccare nella schiera dei concorrenti dello stesso genere.



Convince poco pure il sound design, appena accennato negli effetti sonori dei nostri spari e altresì stonato rispetto al rumore dei nostri colpi. Da menzionare l'assenza della localizzazione italiana, per quanto in uno sparatutto a scorrimento non siano solitamente richiesti lunghi momenti di pausa e lettura dei testi.



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Trofeisticamente parlando: colleziona navi distrutte!



Cacciatori di trofei a rapporto nella nave spaziale. I, AI vi richiederà un po' di attenzioni per raggiungere il massimo traguardo del Platino, a onor del vero senza rubarvi troppo tempo. Il gioco consta di ventuno trofei in totale, distribuiti tra tre di bronzo, nove d'argento, otto d'oro e il tanto agognato trofeo di Platino. Se volete mettervi alla guida della navicella e affrontare orde di nemici per completare il gioco, ricordatevi di potenziare quanto più possibile il vostro mezzo, distruggere chiunque provi a ostacolarvi e allenarvi al punto da raggiungere il traguardo dei livelli senza subire pesanti danni. Potete trovare l'elenco trofei sul forum di PlayStationBit.




L'articolo I, AI – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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20 agosto 2021 alle 17:10

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