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OMNO – Recensione

In quel di Bielefeld, in Germania, vive Jonas Manke, trentacinquenne sviluppatore di videogiochi e padre di tre figli. Il suo sogno era quello di sviluppare un videogioco in completa autonomia e, grazie al supporto della community che ha contribuito economicamente e alla collaborazione con Studio Inkyfox e Future Friends Games che lo hanno pubblicato, è riuscito quest'anno a renderlo realtà. Così nasce OMNO, un viaggio poetico e introspettivo che si categorizza come uno dei molteplici titoli ispirati a Journey. Si sarà distinto dalla massa? Scopritelo nella nostra recensione!



Il viaggio spirituale



In OMNO vestiremo i panni di un silenzioso pellegrino accompagnato da una gradevole creaturina che esplorerà un mondo popolato da pacifiche creature alla ricerca di un popolo oramai perduto di cui, probabilmente, anche lui fa parte. E così, mossi da una ricerca tanto mistica quanto vaga, ci incammineremo esplorando zone differenti e ampliando i nostri poteri.



Ogni area di gioco nasconde dei collezionabili che vi permettono di dissipare la nebbia intorno alla lore del gioco attraverso delle testimonianze scritte di un pellegrino che vi ha preceduto. Per procedere verso l'area successiva, dovrete sbloccare degli altari completando delle semplici fasi di platforming o risolvendo degli elementari enigmi ambientali. La longevità del viaggio conta una manciata di ore, durante le quali scoprirete piuttosto velocemente la verità che si cela dietro al pellegrinaggio. Al termine del vostro viaggio incorrerete in uno dei finali più superficiali, incompleti e tirati via di cui abbiamo memoria.



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Aiutatemi, creature!



Se a livello narrativo il gioco fatica a emergere e ingranare, ci duole sottolineare che a livello di gameplay riesce ancor meno nel suo intento. Gli enigmi ambientali sono di una semplicità risolutiva al limite del ridicolo e si ripetono in maniera snervante dopo le prime due aree. L'unica nota di varietà è fornita da un apprendimento progressivo di abilità che il nostro protagonista sblocca al completamento di un paio di zone. La nuova abilità aumenterà le possibilità di movimento a sua disposizione e saranno fondamentali per la risoluzione degli enigmi successivi. L'effetto sorpresa durerà comunque molto poco.



In ogni area dovremo interagire con le creature e alcuni elementi paesaggistici per raccogliere dell'energia spirituale. L'obiettivo è quello di attivare tre altari che permetteranno di aprire la porta verso l'area successiva. L'area raccoglierà un numero di altari superiore, oltre ai già citati collezionabili narrativi, necessari per il completamento al 100% (e per il trofeo di Platino). Nulla di complicato, poiché avremo a nostra disposizione una sottospecie di radar che ci indica il posizionamento dei punti d'interesse.



In sostanza, l'esplorazione offerta da OMNO è rilassante e piuttosto leggera da affrontare, ma sotto il profilo del coinvolgimento pecca gravemente.




La sinfonia degli indie



Come spesso accade per i titoli indipendenti, sono il comparto estetico e sonoro a concentrare i riflettori della scena. OMNO non fa eccezione. Sebbene il titolo sia graficamente molto essenziale, al limite del minimalismo (questo è un tratto distintivo, non un difetto) e con un design non particolarmente ispirato, il colpo d'occhio è di grande impatto. Gli ambienti abbandonati a una pacifica natura selvaggia trasmettono una armoniosa malinconia, generando quel conflitto emotivo che, ne siamo convinti, anche la lore stessa avrebbe voluto suscitare nel videogiocatore. Laddove non arriva la scrittura ci riesce il design, in particolar modo quello che spicca dalle mistiche creature che popolano le vallate. Abbiamo scattato molti screenshot e le saltuarie sequenza animate, tecnicamente discutibili, hanno rivelato una invidiabile qualità nella regia.



Ancora meglio performa il comparto sonoro. Superficialmente ci si potrebbe soffermare sulla colonna sonora, il cui genere di riferimento ricade su un prevedibile (e piuttosto anonimo) ambient strumentale accompagnato occasionalmente da una voce femminile che ci ha ricordato i canti elfici dei GdR occidentali. Della colonna sonora sottolineiamo un sound pulitissimo e una sovrapposizione di linee sonore mai dissonanti che trasmettono un senso di quiete nonostante siano onnipresenti.



Il vero punto di forza di OMNO, tuttavia, è l'effettistica sonora, curata nei minimi dettagli. Ogni movimento e ogni gesto che compiremo sono accompagnati da un corrispettivo effetto sonoro estremamente immersivo, allineato tempisticamente e ben calibrato a livello di volume. Molti videogiochi tendono a trascurare questo aspetto, concentrandosi sulla colonna sonora. OMNO ribalta le priorità ed effettua una scelta che appoggiamo interamente. Il pellegrinaggio va vissuto, contemplato e ascoltato. OMNO riesce ottimamente sugli ultimi due aspetti.



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Il viaggio inconcludente



OMNO si categorizza in quell'enorme calderone di titoli indipendenti che scaldano il cuore e trasudano passione da tutti i pori ma il cui risultato finale non ci ha convinto pienamente. Il viaggio ideato da Jonas Manke è tanto poetico quanto inconcludente (e inconcluso, probabilmente), il design minimalista è talmente ricalcato da risultare spoglio, l'effettistica sonora è talmente curata da sembrare l'unica cosa realmente di qualità dell'intera opera.



Al netto di alcuni lievi problemi tecnici relativi alle animazioni non propriamente all'avanguardia e ad alcune compenetrazioni rivedibili, OMNO è un prodotto più che sufficiente qualora approcciato con leggerezza. Nonostante il titolo si prefissi l'obiettivo di raccontare qualcosa di profondo, non rende questa presunzione invadente per il videogiocatore che gode della facoltà di vivere il pellegrinaggio in maniera serena e “distratta”. Così facendo, a nostro avviso, OMNO sprigiona al massimo il suo potenziale senza piombare nella maggior parte dei difetti sopra elencati, rischiando di risultare superficiale o addirittura infantile. Il viaggio del pellegrino assume un significato se si valorizza il percorso anziché la meta.



Facciamo i nostri complimenti e un sincero augurio a Jonas Manke che ha dimostrato di saperci fare e avere delle idee molto chiare. L'industria videoludica è satura e gli standard si sono alzati notevolmente. Il genere in cui si colloca OMNO, capitanato presumibilmente da Journey di thatgamecomany, è stato selezionato da numerosi sviluppatori indipendenti, provocando un'inevitabile sensazione di “già visto” quando ci si approccia a una nuova opera. Noi abbiamo deciso di non considerare questo aspetto nella valutazione di OMNO, che altro non è se non la materializzazione di un sogno divenuto realtà a cui ci è concesso il privilegio di prender parte.



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Trofeisticamente parlando: OmniTrophies



La lista trofei di OMNO è molto ricca se rapportata al tempo richiesto per ottenere tutte le coppe che la compongono. Per mettere le mani sul Platino sarà sufficiente completare tutte le aree al 100% (raccogliendo i collezionabili e attivando gli altari) e completare qualche banalissima azione extra. Sfida semplicissima, velocissima e molto rilassante.




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4 settembre 2021 alle 17:10