The Plane Effect – Recensione
In un anno in cui gli italiani hanno dominato su tutto, dagli Europei itineranti alle Olimpiadi di Tokyo, non poteva mancare una menzione memorabile anche nel mondo dei videogiochi. The Plane Effect, il titolo nostrano sviluppato da Innovina Interactive e Studio Kiku e pubblicato da PQube, emoziona e mostra a tutti le potenzialità di un piccolo team indie italiano, raccontando la forza di volontà delle persone pur di arrivare al proprio obiettivo.
Questa è la storia di Solo, un uomo come tanti, che dovrà affrontare una serie infinita di difficoltà per tornare a casa e raggiungere la sua famiglia.
Effetto farfalla
Solo è un semplice impiegato in una azienda multinazionale. Come d'abitudine, svolge le sue mansioni davanti al videoterminale e si prepara per tornare a casa dalla propria famiglia, immortalata nelle Polaroid presenti sulla sua scrivania, alla fine di una lunga giornata di lavoro. Un oggetto davanti ai suoi piedi però, stravolge la sua routine quotidiana: un semplice aereo di carta.
Solo non sa ancora che un piccolo evento potrà cambiare per sempre il corso degli eventi. Raccolto da terra questo aeroplanino, lo lancia, per sconfiggere la monotonia della vita abitudinaria. Ma, per quanto sia minimo il gesto, i futuri avvenimenti hanno ormai preso una strada diversa da quella reale. Solo dovrà affrontare un mondo distopico, ingrigito, senza più vita. Il ritorno verso casa non sarà più semplice come un tempo e le strade diventeranno innumerevoli e ai confini della realtà, tra ambientazioni urbane e rurali in puro stile cyberpunk.

Tutto ciò che ci circonderà potrebbe non essere reale e qualsiasi cosa o persona che si porrà di fronte nel nostro cammino ci impedirà, in qualsiasi modo, di proseguire nel ritorno verso casa. Sarà un viaggio lungo e toccante, e ci insegnerà che, per quanto sia arduo e a tratti incomprensibile il percorso da affrontare, niente ci potrà fermare se in ballo c'è il raggiungimento di un obiettivo, semplice o complesso che sia.
Il finale dal gusto agrodolce è lasciato alla libera interpretazione di ogni singola persona. L'intento delle menti degli sviluppatori e dei game designer dietro a The Plane Effect è quello di raccontare e farci immedesimare in Solo, ognuno con i propri occhi e i propri punti di vista.
Tutto può succedere
The Plane Effect è un'avventura distopica isometrica con una affascinante storia alla base. Lo stile si avvicina molto a quello di un walking simulator e le meccaniche di gioco, definite dalle nostre azioni, sono minimali. Il protagonista Solo può camminare, correre, saltare e interagire con gli oggetti sparsi nel mondo di gioco. Il gameplay di base punta tantissimo sugli enigmi ambientali e sul pensiero laterale dei giocatori.
Per chi punta a un'esperienza ingegnosa e sofisticata, c'è la possibilità di giocare anche senza alcun aiuto visivo. Chi è, invece, alla ricerca di una storia ricca di emozioni, lasciando alle spalle la discreta complessità di gioco, può decidere di essere accompagnato nell'avventura. Con l'ausilio di soli input, sugli oggetti da cercare con cui interagire, o facendosi guidare completamente verso le azioni da eseguire per il prosieguo della trama.

Come al cinema
The Plane Effect è il connubio perfetto tra una narrazione cinematografica e uno sviluppo videoludico. Le emozioni si sentono e si vivono con le sole immagini. In tutto il gioco non c'è l'azzardo di una benchè minima parola. Solo con la scenografia e la colonna sonora si riesce a creare un'atmosfera cupa, triste e pressante, ma allo stesso tempo imponente e rasserenante.
Parlando di scenografia, tutte le ambientazioni ricordano un cult del calibro di “Essi Vivono” di John Carpenter. Le ambientazioni in scala di grigi, i cartelloni pubblicitari che comandano, senza mezzi termini, con scritte imperative come “Compra”, “Usa” e “Fermati” e scene fuori dall'ordinario, sono all'ordine del giorno.
Italians do it better
I ragazzi di Innovina Interactive e Studio Kiku hanno fatto di The Plane Effect un titolo esteticamente spettacolare e uno splendore a livello grafico. La gran cura dei dettagli è uno dei suoi punti di forza e le inquadrature, così come le angolazioni, i riflessi e le ombre non sono mai lasciate al caso. Tutto l'arco narrativo è diviso in capitoli e ognuno di essi ha un'ambientazione a sé stante; ognuno con i suoi pro e contro, con mondi e livelli completamente differenti l'uno dall'altro e senza un preciso punto in comune. Purtroppo ci si può imbattere in alcuni cali di frame, soprattutto in momenti in cui succedono disastri ambientali. La colpa è attribuibile al motore grafico ma, a parte questi attimi, il resto del gioco è sempre molto fluido.
Anche dal punto di vista del reparto audio, la qualità la fa da padrona. Si nota che il lavoro che c'è dietro è impeccabile, sia guardando gli effetti sonori che la colonna sonora. I passi fanno rumori differenti a seconda del terreno su cui si sta camminando, i rumori urbani rendono viva una città morta e tante altre le piccole cose fanno sembrare il gioco più vero e reale, lasciandoci immedesimare in Solo. L'audio, oltretutto, è ottimizzato per cuffie e headset, catapultando il giocatore al centro dell'azione e amalgamandolo in un ambiente ostile.

Trofeisticamente parlando: ritorno a casa
Il set di trofei di The Plane Effect è composto da un totale di trentaquattro coppe. Conta meno trofei rispetto alla media, con diciassette bronzi, dodici argenti, quattro ori e uno scintillante Platino. La difficoltà di ottenimento è molto bassa, dovuta al fatto che tre quarti sono legati a storia, azioni specifiche e raccolta dei collezionabili. L'unica vera sfida è legata ai trofei in cui si chiederà di non morire o di non sbagliare in determinate occasioni. Fare un backup dei salvataggi su chiavetta USB e ricaricarli in caso di errore è senz'altro una soluzione valida.
Per quanto sia semplice platinare The Plane Effect, tuttavia, non c'è la possibilità di selezionare i capitoli. Questo significa che, se per puro caso, dovessimo sbagliare qualche azione oppure ci fossimo dimenticati di qualche oggetto, non avremmo altra possibilità che ricominciare una nuova partita e completare tutti i capitoli, fino ad arrivare al momento corretto. Salvare il gioco sul cloud o su un dispositivo esterno prima di cominciare la parte di capitolo, come già detto, potrebbe risolvere la problematica. Si tratta comunque di un Platino dignitoso, per un gioco oggettivamente ben realizzato, che potrebbe far un po' arrabbiare i giocatori meno attenti con i suoi obbiettivi mancabili.
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