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Beyond a Steel Sky – Recensione

E' un buon momento per gli appassionati di avventure grafiche, su questo non c'è dubbio. Dopo aver recensito e apprezzato Encodya, abbiamo avuto la possibilità di provare per voi Beyond a Steel Sky, sequel di un prodotto che nel 1994 fece sognare migliaia e migliaia di appassionati.



Beyond a Steel Sky è figlio di un genere che ebbe un indiscutibile successo negli anni Novanta e nei primissimi anni Duemila ma che ora è relegato spesso a produzioni indipendenti, il più delle volte raccolte sotto l'ala protettiva di Microids. L'azienda francese negli ultimi anni si è saputa evolvere, proponendo prodotti di qualità sempre più alta e dimostrando allo stesso tempo l'amore per questo genere di videogiochi. Tant'è che a breve arriveranno anche altri due prodotti interessanti come Alfred Hitchcock: Vertigo e Syberia: The World Before. Anche se vorremo spendere ancora belle parole per il publisher francese non divaghiamo ulteriormente e ci addentriamo nella recensione vera e propria di Beyond a Steel Sky.



Foster. Robert Foster



Quando si produce un sequel di un prodotto molto vecchio, la probabilità di fare un grande buco nell'acqua è dietro l'angolo. E dobbiamo ammettere che dopo aver finito il gioco ci siamo accorti che l'impostazione di Revolution Software era in realtà molto, molto rischiosa. Mantenere lo stesso protagonista e restituire le stesse atmosfere di Beneath a Steel Sky con un'action adventure in 3D sembrava quasi impossibile. E invece!



Beyond a Steel Sky stabilisce un legame forte con il suo predecessore sin da subito, presentando una introduzione agli eventi con una sequenza a fumetti esattamente come nel gioco di ventisette anni fa. Robert Foster ormai sistematosi nella radura assiste al rapimento di Milo, un giovane ragazzo del suo villaggio, da parte di androidi a bordo di una strana macchina. Da vero eroe, promette alla madre del ragazzo di riportarlo indietro mettendosi subito sulle tracce degli assalitori e dopo una giornata nel deserto si ritrova alle porte della cara, vecchia Union City. Da qui partono le indagini di Foster per capire cosa si nasconde dietro a quel rapimento apparentemente immotivato che conduce direttamente nella città che ha lasciato nelle mani di Joey, suo fidato compagno.



Le oltre dieci ore di storia ci porteranno ad attraversare Union City e a conoscere una miriade di personaggi che faranno da contorno a una narrazione ben studiata. Certo, non mancheranno alcuni momenti decisamente meno ispirati rispetto a una storia che nel complesso è sempre in grado di tenere alta l'attenzione. Merito anche della grande sceneggiatura e del tradizionale umorismo che contraddistingue la maggior parte dei prodotti targati Revolution. Fra una battuta e l'altra, però, Beyond a Steel Sky si lascia prendere anche da riflessioni non banali sulla società e sulla natura umana, che ha bisogno delle sue imperfezioni a differenza di quello che crede il Consiglio.



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Mantieni un sorriso su quel viso



Union City pare essere diventata un vero e proprio paradiso grazie a Joey il Salvatore. Tutti i cittadini sono protetti e controllati per essere sempre felici ed evitare di incorrere in situazioni spiacevoli. Il sistema Qdos permette a tutti di guadagnare punti all'interno della società e di scalare i ranghi raggiungendo soddisfazioni personali ineguagliabili.



Gli stessi colori e suoni della città trasmettono sensazioni tutt'altro che negative. La colorata e splendente Union City di Beyond a Steel Sky è profondamente diversa da quella vista nel precedente capitolo. Ma tutta questa felicità forzata sarà un bene? Nei panni di Robert arriveremo senza alcun dubbio alla risposta per tutte le nostre domande. C'è da dire che Beyond a Steel Sky è un prodotto che sa nascondere bene i collegamenti con il passato e allo stesso tempo mostrarli apertamente solo ai più degni. In poche parole, pur non avendo giocato il prequel, riuscirete tranquillamente a godervi il prodotto mentre i fedelissimi riusciranno a cogliere tanti piccoli dettagli.




Da punta e clicca ad action in un battibaleno



Lo scetticismo dei fan verso quest'opera era tanto, soprattutto considerando la sua impostazione di avventura moderna rispetto a Broken Sword 5. Alla fine dei conti, crediamo che gli appassionati di avventure grafiche rimarranno piacevolmente sorpresi dal risultato finale.



Il nuovo tentativo da parte di Charles Cecil di innovare il genere questa volta è riuscito perfettamente, mescolando davvero bene la tradizione con la modernità. Cambiano la telecamera, che ora è dietro alle spalle del protagonista, e la libertà di movimento del videogiocatore nello scenario ma, in fin dei conti, nulla è stato forzato. Nessun segno di open world vuoto o interazioni inutili, anzi, le ambientazioni sono spesso molto concentrate ma ricche di dettagli.



La parola chiave è innovare, ma mantenendo praticamente quasi le stesse caratteristiche di un'avventura grafica classica. La musica cambia quando dopo qualche ora di gioco riceveremo lo scanner MINOS hackerato, un potente oggetto in grado di farci sentire praticamente padroni di Union City. Il MINOS, costruito sulle ceneri del LINC, governa tutti i dispositivi della città. Il nostro scanner speciale, quindi, ci permetterà letteralmente di manipolare le funzioni dietro a ogni dispositivo interfacciato scambiando i blocchi del linguaggio di programmazione. Questa sarà una meccanica predominante per l'intera avventura, accompagnata da enigmi sempre coerenti e da un backtracking equilibrato.



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Prendi la scheda madre e mettila lì



La nostra esperienza con Beyond a Steel Sky si è svolta sulla versione PlayStation 4 eseguita in retrocompatibilità su PlayStation 5 e non abbiamo avuto particolari problemi. Il periodo di tempo intercorso fra la pubblicazione su PC e la pubblicazione su console deve aver permesso a Microids e Revolution Software di ottimizzare ancora di più il codice.



L'esecuzione è stata praticamente priva di difetti, con un comparto grafico pulito e uno splendido effetto cel-shading che ha donato all'avventura ancora più autenticità. Certo, le animazioni dei personaggi comprese quelle del protagonista non sono all'avanguardia ma si difendono piuttosto bene, considerando la natura del titolo.



Assolutamente stupende le musiche prodotte da Alistair Kerley & John Sanderson, Dave Cummins and PitStop Productions, che danno un valore aggiunto a tutta l'avventura. La colonna sonora che omaggia qualche traccia dell'originale Beneath a Steel Sky è stata riarrangiata restituendo sensazioni nello stile di un grande maestro come John Williams.



Trofeisticamente parlando: doppia run



Il trofeo di Platino di Beyond a Steel Sky ci porterà a dover affrontare il gioco ben due volte per scoprire le due possibili reazioni dietro a un personaggio in particolare. Nulla che comunque influisce sull'andamento della trama, se ve lo state chiedendo. Il resto dell'elenco trofei è composto da coppe simpatiche (e mancabili) che otterremo soltanto facendo determinate azioni. Insomma, tutto in linea col genere a cui Beyond a Steel Sky appartiene.




L'articolo Beyond a Steel Sky – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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14 dicembre 2021 alle 17:00

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