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Cursed to Golf – Recensione

Un salto nell'aldilà è indispensabile per realizzare la recensione di Cursed to Golf. IL nuovo titolo di Chuhai Labs e Thunderful Games propone infatti un'avventura sportiva molto diverse da quelle a cui siamo abiutati. Il protagonista infatti è decisamente più morto di qualsiasi altro si sia visto su un campo da golf. Scoprite con noi se fare buca in 1 può salvare dalla dannazione eterna oppure no.



Un fulmine a ciel sereno



Ci siamo. Manca solo una buca. Ancora qualche colpo preciso, e potremo diventare i più grandi campioni del mondo. Tiger Woods ci farebbe un baffo, se riuscissimo a indirizzare la pallina sul fairway e toccare rapidamente il green. La sorte però ha piani diversi per noi, ed è pronta a giocarci un tiro mancino. A pochi passi dalla vittoria, un fulmine ci colpisce in pieno, uccidendoci. Se non vi sareste aspettati da un gioco di golf un inizio di questo tipo, Cursed to Golf è pronto a farvi ricredere.



Una volta morto, infatti, il nostro eroe si ritrova bloccato nel Purgatorio del Golf. Ad accompagnarci in questo strano spazio ultraterreno troviamo quattro diversi spiriti, per altrettanti biomi. Il primo dei nostri Virgilio è uno spettro chiamato Lo Scozzese, che da secoli tenta di superare le buche. Completare il percorso è infatti l'unico modo per uscire dal limbo e tornare nella terra dei viventi. In caso di fallimento, invece, la maledizione si rafforzerà sempre di più, fino a schiacciarci. Come avrete intuito, la trama di Cursed to Golf è decisamente ricercata: l'intera narrazione avviene per mezzo di dialoghi a schermo, tradotti a sorpresa in un ottimo italiano. In tutto questo il protagonista, identificato semplicemente come “il golfista maledetto”, dovrà dar fondo alle sue abilità per completare come detto una serie di buche di difficoltà crescente.



Se vi aspettate però il classico gioco di golf piatto e lineare, dovrete ricredervi. Non siamo sulla Terra, dove le più grandi minacce sono il vento e il rough. Qui siamo nel Purgatorio, e le buche sono piene d'insidie inimmaginabili. Non solo gli infidi bunker, ma anche teletrasporti, casse di dinamite e molto altro ancora. Badate bene, però: non vi abbiamo ancora rivelato l'elemento più punitivo di Cursed to Golf. Se siete curiosi non vi resta che prendere la sacca con le mazze e seguirci sul campo da gioco.



Userò un bel wedge



Trattandosi di un gioco ambientato in un mondo ultraterreno, non stupisce che i ragazzi di Chuhai Labs abbiano inserito una serie di elementi decisamente fuori dal comune. Il primo e più interessante è sicuramente la disposizione delle buche, che non si espandono soltanto in larghezza ma anche in altezza. Cursed to Golf rimane comunque un titolo dalle meccaniche semplici: si tratta di un gioco in due dimensioni, in cui si viene chiamati a decidere traiettoria e potenza dei colpi sfruttando degli indicatori a schermo.



Proprio come nel vero sport, è inoltre possibile scegliere quale di tre mazze utilizzare. Il diver consente di eseguire colpi potenti e lineari, l'iron è perfetto per le mezze distanze e il wedge serve per colpi ravvicinati e nei bunker. Inutile dire che una scelta corretta delle mazze e della potenza sono fondamentali per far arrivare la pallina dove vogliamo. Tutto fin qui sembra comunque relativamente semplice, un mix di abilità e precisione come se ne vedono spesso nel settore golfistico. La vera variabile di Cursed to Golf è però legata alla maledizione del protagonista. Per riuscire ad arrivare in buca, infatti, si hanno a disposizione soltanto quattro colpi.



Vedendo i campi da gioco, potreste pensare che si tratta di un'impresa impossibile. In effetti, quest'affermazione è parzialmente vera: arrivare in fondo a una buca del Purgatorio in quattro colpi è un'impresa la maggior parte delle volte irrealizzabile. Ecco perché lungo il percorso sono presenti statue speciali che, se rotte dalla pallina, regalano colpi extra. Le statue d'oro forniscono quattro tiri, quelle d'argento due. Pianificare il percorso nelle labirintiche aree diventa quindi fondamentale per evitare di fallire e azzerare i propri progressi. Proprio come in un qualsiasi roguelike, fallire una buca porterà il nostro golfista di nuovo all'Eterni-Tee, il negozio del nostro caddie, obbligandoci a ripartire da zero.




Un vero asso



Uscire vincitori da diciotto buche potrebbe rivelarsi un'impresa più grande anche del futuro campione mondiale di golf. Ecco perché dopo un breve tutorial, in grado di spiegare al meglio le dinamiche dei colpi, veniamo introdotti alle carte Ace. Questi speciali potenziamenti, utilizzabili un numero limitato di volte, consentono al golfista maledetto di ottenere dei vantaggi sul campo. Alcune delle oltre venti carte sono decisamente standard, come quella che permette di testare l'efficacia di un colpo senza sprecare tiri. Altre invece sono molto più “sovrannaturali”, e consentono tra le altre cose di congelare la pallina a mezz'aria, farla tornare indietro e simili.



Questa funzione, assieme ad altre come la rotazione della pallina, aggiungono pepe all'esperienza, creando un mix decisamente interessante. Dopo RPGolf Legends, quindi, ci troviamo di fronte a un altro titolo che prova a stravolgere i canoni tipici del golf. Il risultato è davvero ottimo: i giocatori dovranno sfruttare in maniera oculata tutte le abilità e i poteri che il Purgatorio concede, onde evitare una sonora sconfitta. Nonostante questo, le partite offrono il giusto livello di sfida: completare le buche non sarà mai semplice, ma nemmeno impossibile. Soprattutto nelle fasi iniziali si riesce infatti senza troppa fatica a recuperare da un colpo sbagliato, anche se due o tre errori di fila significano una sconfitta quasi certa.



“Poco male”, penseranno i più, “riproverò imparando dai miei errori”. I giocatori che ragionano così, però, rimarranno molto delusi. Cursed to Golf ha infatti un'altra sorpresa per gli aspiranti golfisti. Ogni campo su cui ci troveremo a lanciare palline è unico, modificato dal volere del crudele Custode del Green. Le aree sono generate proceduralmente, riprendendo però una serie di elementi che permettono comunque di migliorare con l'esperienza. Anche così, comunque, diventare dei bravi golfisti rimarrà l'unico modo per avere successo e fuggire così dal Purgatorio.



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Il fantasma del green



Come avrete notato, Cursed to Golf mette davvero tanta carne al fuoco. Campi generati proceduralmente, carte abilità e persino percorsi con bivi tra cui scegliere affrontando le sequenze di buche. Tutto ciò permette al titolo di Chuhai Labs di essere decisamente longevo, dato che per arrivare alla fine dell'avventura serviranno parecchi tentativi. La generazione casuale delle mappe consente inoltre di rigiocare l'intera campagna senza annoiarsi, affinando magari i propri colpi e scoprendo nuove sinergie. Se tutto questo non vi bastasse, sappiate che nel gioco è presente anche una leaderboard online in cui iscrivere il proprio nome. Chi vuole dimostrare di essere il miglior lanciatore di palline del mondo, potrà farlo.



Oltre alle ottanta e più buche presenti nel gioco, non manca nemmeno una modalità aggiuntiva. La Sfida Giornaliera permette di accedere a prove che cambieranno (ovviamente) giorno per giorno, consentendo così agli appassionati di golf di divertirsi pressoché all'infinito. Rimanere così a lungo nel Purgatorio permette peraltro di apprezzarne lo stile colorato e volutamente simpatico. I personaggi sembrano usciti da un cartone animato, realizzati con una grafica curata e come detto dai toni decisamente sgargianti. Le aree di gioco sono anch'esse molto curate, realizzate con una grafica in stile retro che ben si adatta allo stile generale del titolo. Tombe, ragni statue del tristo mietitore sono giustamente all'ordine del giorno.



Anche la colonna sonora svolge egregiamente il suo lavoro, proponendo brani pacati che non disturbano la concentrazione del giocatore. Sotto questo aspetto, comunque, qualcosa di più poteva essere fatto. In tutto il pacchetto, le tracce musicali sono sicuramente l'elemento che più risulta sotto tono. Da fare attenzione anche all'elevato volume, modificabile comunque in pochi secondi dal menu opzioni. Si tratta comunque di piccolezze, che non intaccano in alcun modo la qualità generale dell'esperienza e che, con un paio di patch mirate, possono magari essere risolte.



Trofeisticamente parlando: la maledizione del Platino



Sebbene la lista trofei di Cursed to Golf comprenda solo quattordici coppe, tra queste si nasconde tantissima qualità. Undici trofei sono infatti d'oro, due di bronzo e uno, ovviamente di Platino. Per diventare dei golfisti divini sarà comunque necessario un pizzico d'impegno: oltre a terminare le diciotto buche della campagna sarà necessario andare in buca con un numero limitato di colpi. Tra le richieste troviamo anche quella di frantumare cinquanta idoli d'oro, che potrebbe richiedere un po' di grind. Niente d'impossibile, comunque, soprattutto per gli appassionati di golf.




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18 agosto 2022 alle 14:00