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Hokko Life – Recensione

Se da un lato Team17 chiama a raccolta gli amanti delle atmosfere cupe e dei soulslike con Thymesia, dall'altro vuole concedere a tutti i giocatori un atollo virtuale e rilassante con Hokko Life. Dopo oltre un anno di preparativi sotto il formato dell'accesso anticipato, il community sim sviluppato da Wonderscope è infatti arrivato a una versione definitiva su PlayStation 4 e su altre piattaforme. Sulla scia di Animal Crossing targato Nintendo, lo studio ha provato a dare il suo punto di vista sulla vita campestre lontana dal chiasso urbano. Forse però ha peccato su alcuni aspetti chiave. La sentenza dovrà attendere qualche istante, il treno per il villaggio di Hokko è in partenza.



Scappo, vado in campagna



Hokko Life non si distingue nella premessa narrativa rispetto a tanti altri esponenti del genere simulativo. Il (o la) protagonista sente il bisogno di allontanarsi dall'ambiente cittadino e cambiare radicalmente la sua quotidianità. Prende quindi un biglietto di sola andata per il villaggio di Hokko. Mentre i dintorni sono disabitati e vuoti in maniera spettrale, arrivato a destinazione il viaggiatore dal nome a scelta viene accolto dal barista elefantino Oma e dal negoziante giraffa Moss.



Neanche il tempo di disfare le valige che il nostro alter ego viene ingaggiato per fare in modo che il posto possa tornare ai fasti del passato. Si comincia dalla ristrutturazione di una catapecchia per farne una dimora, alla raccolta di legna e roccia, passando per la pesca e altre attività atte a rendere il villaggio nuovamente accogliente. Una serie a catena di azioni lineari e obbligatorie costringono a ritardare l'esplorazione libera al fine di aiutare i popolani, o per meglio dire le nostre marionette.



Più che una ridente cittadina, il gioco prodotto da Team17 sembra mettere in scena un teatrino di fantocci. Dapprima si approfitta del ritmo promosso come spensierato dell'esperienza tutta per fare rimbalzare il nuovo arrivato tra due punti della mappa. Il tutto avviene peraltro con un fare didascalico troppo pedante. Dopodiché gli dà carta bianca sulla sua identità. Risulta difficile non fare dei parallelismi con il capostipite di casa Nintendo o con altri suoi adepti in questo senso. Se nel primo ogni personaggio ha una personalità dirompente che esplode nella personalizzazione del suo spazio, in Hokko Life il giocatore è il burattinaio supremo che lo plasma a suo volere, potendo arredare ogni casa a suo gusto. Certo non un merito per quello che dovrebbe essere l'inizio di una nuova vita in comunità.



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Molte idee, poca resa



Come per il nome, anche le fattezze estetiche dell'alter ego sono modificabili a proprio piacimento prima di salire sul treno. L'editor è molto scarno e si concentra su tre colonne principali dedicate al colore della pelle, ai capelli e agli occhi. Le possibilità di sbizzarrirsi sono a loro modo discrete, se non fosse che i contorni facciali fanno accomunare i giocatori tra loro.



Con un nuovo taglio ad hoc, il nuovo abitante potrà dirsi pronto a saggiare tutti gli elementi di Hokko Life, anche se questi verranno offerti a piccole dosi. Il tempo segue un incedere specifico della zona, un po' come per Stardew Valley. La prima settimana sarà però molto ripetitiva, tra la raccolta della legna e la fabbricazione di materiali specifici.




A guidare il protagonista sono i Meriti del sindaco, ovvero degli obiettivi (come abbattere un certo numero di alberi, piantare dei fiori e altro) compiuti i quali si aggiungeranno delle funzioni prima inaccessibili. Oltre alle miniere, a dare respiro alla mappa circoscritta è l'isola deserta. Questa viene sbloccata grazie a un personaggio in visita alla locanda: si potranno raccogliere frutti, insetti, pesci e dei tesori sepolti. Il bottino potrà essere donato a un collezionista specifico. Insieme alle già citate meccaniche della pesca, della cattura degli insetti e della coltivazione dei campi, va menzionato il punto originale del gioco, ovvero l'editor 3D.



Con il banco da lavoro offerto dal tuttofare Sally, i giocatori potranno costruire e modificare o grandi strutture o pezzi d'arredamento. Si potranno seguire dei modelli predefiniti oppure dare sfogo alla propria fantasia. Dallo stesso personaggio si acquistano dei pezzi tridimensionali di vario genere. Colonne di roccia, assi di varietà di legno, rubinetti metallici e tanto altro, da lavorare in un ambiente in tre dimensioni. Altro elemento distinzione per Hokko Life da altri life sim è infine la città, la sede dei giocatori sparsi per il mondo reale. In questo spazio dedicato alle compere compariranno i lavori migliori delle competizioni creative organizzate dagli sviluppatori da scaricare liberamente.



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Un accesso poco anticipato



È un peccato constatare che il codice di gioco non sia stato ottimizzato al meglio né tanto meno rifinito in termini tecnici. Questo nonostante gli oltre dodici mesi passati in accesso anticipato. Persino nelle fasi iniziali, quando il villaggio è deserto e pertanto gli elementi da processare sono pochi, si verificano dei cali di frame rate e stuttering.



Sono presenti varie schermate di caricamento tra un locale e l'area principale, tra una zona erbosa e un'abitazione che spezzano completamente il ritmo. A rompere l'immersione nella radura campestre sono pure delle animazioni poco riuscite. Una sequenza di compenetrazioni e mosse ingessate che avrebbe poco senso da elencare. Anche a livello di design, i personaggi che dovrebbero mostrarsi accoglienti e gentili, paiono piuttosto inquietanti e con tutta la voglia di allontanare il giocatore.



Trofeisticamente parlando: affitto a tempo determinato



A guardare la lista trofei sul forum PlayStation Bit, Hokko Life potrebbe impegnare i cacciatori per un tempo ben minore rispetto ad altri esponenti del genere. I 14 trofei di bronzo, i 10 d'argento e i 6 d'oro riportano nella descrizione le consuete richieste di missioni e vari incarichi da portare a termine per agguantare il Platino. In questo modo sarà possibile collezionare i 31 trofei che compongono l'elenco completo.




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26 ottobre 2022 alle 17:10