Crime Boss: Rockay City – Recensione
Dopo un periodo di rodaggio su PC, Crime Boss: Rockay City sbarca su PlayStation e diventa protagonista di una ricca recensione. Un cast stellare e la promessa di tanta adrenalina criminale, in pieno stile anni Novanta. Scoprite se l'opera di Ingame Studios è riuscita a diventare il nuovo punto di riferimento dei criminali incalliti.
Written and directed by Quentin Tarantino
Ci sono alcune parole che fanno rapidamente ribollire il sangue nelle vene a chi è nato alla fine degli anni Ottanta e che ha dunque vissuto la sua adolescenza, tra un film crime e l'altro. Pensare a Quentin Tarantino, per esempio, porta subito alla mente capolavori come Pulp Fiction e Le Iene. Chi invece ama le serie televisive poliziesche si sarà sicuramente diviso tra Walker Texas Ranger, Squadra speciale Cobra 11 e chi più ne ha più ne metta.
Abbiamo citato non a caso queste opere, perché Crime Boss: Rockay City trasmette fin dalla sua copertina delle vibes anni Novanta, a cominciare dalla presenza di Michael Madsen, Chuck Norris e Kim Basinger. Se il primo è diventato immortale proprio grazie a Tarantino, sul secondo non c'è bisogno di presentazioni, anche grazie all'abuso di meme dedicati al ranger più famoso del mondo. Inutile poi dire che Kim Basinger, donna che ha fatto sognare milioni di giovani in pieno turbinio ormonale, non può che farci sobbalzare il cuore.
Crime Boss non si ferma a questo, perché come detto il cast è di quelli davvero importanti. Danny Trejo, Danny Glover, Michael Rooker, Vanilla Ice e Damion Poitier completano al meglio la parata di volti noti. Vedendoli tutti assieme, è ovvio che le aspettative per il gioco sono decisamente alte, a cominciare dalla trama che ci aspettiamo più crime che mai.

Il re della Florida
Come è facile immaginare, Crime Boss è ambientato nell'immaginaria Rockay City, situata in Florida. Qui il criminale incallito Travis Baker (Michael Madsen) vuole costruire un impero e sedersi sul trono della città, lasciato libero dal precedente boss. Con l'aiuto del suo braccio destro Touchdown (Michael Rooker), tenterà di mettere assieme una banda per compiere una serie di rapine sempre più ardite.
Il nostro Travis però dovrà fare i conti con altre figure di spicco di Rockay City: Dollar Dragon, Hielo e Kahn cercheranno a modo loro di prendersi la città. Lo sceriffo Norris invece tenterà in ogni modo di far rispettare l'ordine, ricorrendo nel caso anche alle maniere forti. Questo preambolo sfocia in un titolo dalla doppia anima, che si divide tra un'interessante campagna in singolo e la possibilità di giocare in rete coi propri amici.
Se vi è immediatamente venuto in mente il divertente Payday: The Heist di Overkill Software (e relativi seguiti), non fatevene una colpa. Pur mettendo in campo concetti diversi, infatti, Crime Boss prende in prestito alcune idee da un altro gioco pieno di rapine. Come vedremo, però, l'opera di Ingame Studios articola la sua proposta in maniera diversa rispetto al “rivale”.
Il gameplay di Crime Boss: Rockay City
Come avrete facilmente intuito, il fulcro di Crime Boss: Rockay City sono ovviamente le rapine. Il titolo è uno sparatutto in prima persona, in cui però sarà importante cercare di ridurre la componente armata ai minimi termini. Le rapine sono prima di tutto abilità e pianificazione: sfruttando un gruppo eterogeneo di quattro criminali sarà necessario prendere parte a una serie di furti, cercando di sopravvivere.
La maggior parte delle missioni non è lineare, lasciando al giocatore la libertà di decidere come muoversi. Si potranno tentare approcci più stealth o più aggressivi, in base alla situazione. Lo scopo rimane comunque quello di recuperare una certa quantità di refurtiva e darsi alla macchia, evitando le altre gang e soprattutto il braccio violento della legge. Se attireremo l'attenzione, infatti, chiameremo a noi non solo i classici piedipiatti, ma anche truppe corazzate davvero dure da abbattere.
Controller alla mano, aspettatevi tutte le funzionalità tipiche di un action in prima persona. Grilletti per fare fuoco, controlli frontali per saltare e piegarsi, levette per movimento e telecamera. Utile e comoda in rete la possibilità di “marcare” certi elementi, per attenzionarli ai compagni. Al netto di questo, Crime Boss è il tipico gioco che dà il massimo con un team coordinato tramite microfono.
Tornando alla campagna, un altro elemento sicuramente interessante è la componente roguelike. Durante le nostre rapine i criminali potranno lasciarci la pelle: in quel caso, saranno definitivamente morti e non potremo più selezionarli. Proteggere il nostro capo assume quindi massima importanza: se Travis dovesse cadere, allora sarà game over e bisognerà ripartire da zero.

Le chiavi della città
Portare a termine le rapine di Crime Boss non è solo questione di abilità, ma anche di pianificazione. La libertà lasciata al giocatore permette come detto di scegliere il percorso più adatto al suo stile. La presenza di membri con varie abilità (alcuni da assumere dietro compenso) permette di plasmare le missioni e renderle sempre diverse, aumentando la rigiocabilità. Questo rende anche meno frustrante l'eventuale morte, dato che potremo tentare varie strade per avere successo.
La nota dolente, in tutto questo, risulta essere il gunplay. Intendiamoci, Crime Boss non è realizzato male, anzi, ma presenta alcune pecche che necessitano di attenzioni. Una su tutte, la sensazione di avere tra le mani armi giocattolo, senza rinculo e senza particolari effetti. Questo lascia la sensazione di un'esperienza pensata volutamente come arcade, ma che forse poteva puntare più in alto.
Dispiace anche che alcune missioni siano troppo corte per essere apprezzate e altre forse troppo lunghe per essere digerite. Si nota, insomma, un certo squilibrio che a volte fa storcere il naso. Nonostante questo, è innegabile che trasformarsi in criminali a Rockay City sia un'esperienza a tratti esaltante, complice anche il già citato cast che aggiunge pepe all'avventura.
Intriganti invece le proposte Crime Time e Urban Legends, che si affiancano a La Guerra di Baker (nome dato alla campagna) e permettono di divertirsi in rete con i propri amici. Questo è, a nostro avviso, il vero fulcro di Crime Boss: il gioco dà infatti il suo massimo quando si chiamano in causa quattro cervelli, e non solo uno supportato dall'intelligenza artificiale.

Il comparto tecnico di Crime Boss: Rockay City
Analizzato a fondo tutto ciò che Crime Boss ha da offrire, possiamo concentrarci sul comparto tecnico del gioco. Lo stile scelto da Ingame Studio ricalca come detto quello tipico dei polizieschi anni Novanta. Aspettatevi quindi una Florida soleggiata e colorata, con tanto stile ma anche qualche piccolo problema. Molte ambientazioni infatti sembrano piuttosto “pigre”, con modelli che sembrano ripetersi più e più volte.
Il problema viene attutito da un buon level design, soprattutto nelle missioni più lunghe, apprezzabile anche e soprattutto online. Giocando in solitaria, infatti, si ha la sensazione che a volte l'intelligenza artificiale di compagni e nemici sia un po' troppo sopra le righe. Si tratta comunque di piccoli nei che non intaccano un'esperienza generalmente positiva. La stabilità online è buona, così come il matchmaking: durante il nostro test non abbiamo avuto infatti problemi a collaborare con altri criminali.
Piacevole la colonna sonora, così come il doppiaggio dei vari personaggi. Inutile dire che la pecca più grande, in questo senso, è l'assenza di localizzazione in italiano. Certo, i testi a schermo sono interamente tradotti, ma sentire la voce del mitico doppiatore di Chuck Norris in Walker Texas Ranger sarebbe stato il vero tocco di classe. Anche così, comunque, non ci sentiamo di lamentarci, anzi.
Ultimo accenno doveroso alla longevità del titolo: portare a termine con successo la campagna in singolo richiederà una decina di ore, al netto di qualche morte per inesperienza. Le possibilità crescono esponenzialmente giocando in rete, dato che in quel caso sarà possibile giocare Crime Boss per tante, tantissime ore (soprattutto se punterete a rubare il trofeo di Platino).
Il Platino di Crime Boss: Rockay City
Cosa può attrarre dei criminali incalliti più di qualche scintillante coppa? La lista trofei di Crime Boss: Rockay City è in questo senso abbastanza generosa, ricompensando i giocatori in maniera costante.
Ottenere il Platino non sarà però una passeggiata, perché sarà necessario terminare la campagna, arrivare a livello 30 e completare varie richieste di miscellanea. Bisognerà anche completare le leggende urbane ottenendo tre stelle in ognuna e assoldare tutti i personaggi unici in Crime Time. Sfide quindi decisamente time consuming, che suggeriamo di completare con un gruppo di amici fidati per massimizzare il divertimento e ridurre la frustrazione.
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Markuito90
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