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Atlas Fallen – Recensione

I ragazzi di Deck13 (già famosi per titoli come Lords of the Fallen e The Surge) tornano con un Action RPG fantasy, tra le uscite più interessanti di quest'estate. Ci stiamo ovviamente riferendo all'attesissimo Atlas Fallen, di cui vi abbiamo già parlato anche sulle nostre pagine. Un mondo in stile medievale ricoperto di… sabbia. Un elemento fondamentale, non solo per l'ambientazione, ma anche per il gameplay. Scopriamo insieme di più su Atlas Fallen!



La storia di Atlas Fallen



Il mondo fantasy di Atlas Fallen non è fiorente: uno scenario quasi post-apocalittico, causato dal tirannico Dio del Sole Thelos. Egli decide e controlla tutto ciò che succede, anche la vita e la morte, ma qualcuno è pronto a sovvertire questo equilibrio. Dopo una breve fase iniziale, in cui controlleremo un'entità non meglio definita, sarà il momento di dare vita al nostro avatar. Ultimiamo le fasi di personalizzazione, attraverso un editor piuttosto scarno a dire il vero, e siamo parte della decadente Atlas. Ben presto, con l'intento di combattere le ingiustizie, entreremo in contatto con un misterioso guanto. Al suo interno ritroveremo intrappolata proprio quell'entità conosciuta in apertura, capace di offrire poteri incredibili al nostro protagonista, apparentemente divini.



Siamo quindi i prescelti per liberare un mondo oppresso? Sembra proprio di sì, ma avremo tempo per scoprirlo. La trama di Atlas Fall, infatti, pur non rivoluzionando il genere o stravolgendo l'immaginario fantasy, racconta una storia che si lascia seguire. Al giocatore vengono man mano svelati mondo e misteri, mantenendo sempre viva la curiosità. Non ricorderemo Atlas Fallen per originalità, quindi, ma piuttosto per la sua buona costruzione. Lo stesso si può dire sulla caratterizzazione dei personaggi, soprattutto per le figure secondarie. Non siamo davanti a figure dai caratteri incredibilmente sfaccettati o memorabili, ma piuttosto ben contestualizzate all'interno di Atlas, costituendo, nel bene o nel male, una pedina fondamentale per la salvezza del mondo.



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Il gameplay di Atlas Fallen



Il gameplay di Atlas Fallen è l'aspetto sicuramente più riuscito, grazie alla sua natura ibrida che mescola vari generi. L'azione è sempre ritmata, mantenendo alta l'attenzione del giocatore, ed è più o meno impegnativo a seconda dei livelli di difficoltà. Le tre modalità disponibili ci sono sembrate ben calibrate e in grado di regalare sfide sempre coinvolgenti. Tornando al combat system vero e proprio, è fondamentale soffermarsi sull'Impeto. Infliggendo danni ai nemici riempiremo la nostra barra: più crescerà e più i nostri attacchi diventeranno potenti. Ciò porterà anche ad attivare le abilità equipaggiate. Una feature fondamentale, è legata poi a queste ultime: tantissime, con effetti vari, potenziabili o forgiabili attraverso i materiali trovati in natura o rilasciati dai mostri sconfitti. Tornando all'Impeto, in situazioni di difficoltà potremo anche utilizzarlo in un altro modo. Sarà infatti possibile azzerarlo, sferrando un letale colpo finale.



A livello difensivo, invece, avremo a disposizione la classica schivata e l'originale parata. Utilizzando questa feature con il giusto tempismo potremo parare il colpo e addirittura paralizzare il nemico per qualche secondo. Il suo utilizzo si rivelerà presto fondamentale (e molto divertente) per sopravvivere agli scontri più ostici. Certo, qualche criticità c'è, soprattutto in presenza di tanti nemici in spazi aperti: per schivare, infatti, dovremo osservare il nemico e premere il tasto al momento giusto. Come fare quando quest'ultimo si trova fuori dal nostro campo visivo? L'indicatore a schermo aiuta, certo, ma non sempre funziona a dovere, facendoci sprecare la preziosa parata (che può essere riutilizzata solo a distanza di qualche secondo) quando il nostro avversario attacca ma è troppo distante per arrivare a colpirci.




Un mondo… di sabbia



L'altra sezione fondamentale in Atlas Fallen è da ricercare nell'esplorazione dell'open world. Un mondo ricoperto di sabbia, sia per motivi di trama che per ragioni di gameplay. Infatti, grazie al potere del guanto potremo scivolare a gran velocità sul terreno ed esplorare senza problemi un mondo di gioco vasto, ma non sconfinato. Disseminati in mappa, da buon RPG, sono tantissime le missioni secondarie, i tesori nascosti da scoprire e i potenziamenti da trovare.



Ad arricchire l'esplorazione, ma anche le fasi di combattimento, c'è poi la possibilità di condividere il divertimento online con un altro giocatore. Una trovata ottima, grazie alla quale sarà ancor più facile chiudere un occhio di fronte a qualche incertezza del titolo. Atlas Fallen, insomma, non punta a rivoluzionare, anche nel gameplay, offrendo una sua personale interpretazione del genere. Un'avventura che, tra alti e bassi, è in grado di intrattenere per tutta la sua durata.



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Il comparto tecnico di Atlas Fallen



Analogamente ad altri aspetti del gioco, Atlas Fallen non spicca particolarmente a livello tecnico. L'ambientazione intriga, soprattutto negli spazi aperti, pur non regalando scorci mai visti prima. Un comparto artistico discreto, ma che non rapisce l'occhio o riesce a differenziarsi troppo da altri titoli simili. Le prestazioni, i modelli e le animazioni, poi, di certo non aiutano. Tutto sicuramente sufficiente, ma non in grado di sfruttare al massimo la potenza di PlayStation 5. La struttura ci è sembrata affidabile e solida, al netto di qualche piccolo difetto da correggere con patch già in uscita.



Tra le due modalità grafiche disponibili su PlayStation 5 abbiamo sempre preferito dare priorità alle prestazioni. Qualche calo di frame c'è, soprattutto nei villaggi più popolati e nelle fasi più concitate dell'azione, ma l'esperienza di gioco ne risente molto relativamente. Anche a livello sonoro non c'è nulla di particolarmente memorabile, con un accompagnamento comunque sempre gradevole. Qualche inciampo sul doppiaggio, invece, non sempre perfetto. Da segnalare, infine, la completa localizzazione del titolo in lingua italiana.



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Il Platino di Atlas Fallen



Con i suoi 37 trofei, Platino incluso, Atlas Fallen può regalare gioie ai cacciatori di trofei. La sfida non è mai troppo impegnativa, anche perché tutti i trofei sono ottenibili alla difficoltà più bassa. In meno di 30 ore dovreste poter arricchire la vostra bacheca, ma attenzione al trofeo Fucinatura: qualcuno ha segnalato dei bug legati al suo ottenimento in modalità cooperativa. Giocando in singolo, invece, non dovreste avere alcun problema. Trovate ulteriori dettagli nell'elenco trofei di Atlas Fallen sul nostro Forum. Buona caccia!




L'articolo Atlas Fallen – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

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10 agosto 2023 alle 10:30

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