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Underland: The Climb – Recensione Speedrun

Abbiamo affrontato la nuova fatica di QUByte e Minicactus Games, Underland: The Climb, per una recensione Speedrun veloce ma intensa. Lo stile generale del titolo è chiaro fin da subito: puzzle ambientali, grafica retro-style e sfide 2D di difficoltà crescente. Basteranno questi elementi a convincere gli appassionati del genere della bontà del progetto?



Dalle stelle alle stalle



Se ricordate di aver già giocato o sentito nominare un prodotto chiamato Underland, non vi state sbagliando. The Climb è infatti il seguito dell'opera in cui Minicactus Games metteva nei panni di due astronauti il cui obiettivo è trovare una città sotterranea.



Ivy, la protagonista del gioco, vive felice e tranquilla a Underland. Questo almeno fino a quando degli alieni carnivori non fanno la loro comparsa. Le creature iniziano a divorare senza pietà gli abitanti della città, tanto da spingere la nostra eroina a un'azione drastica. Decide infatti di fare il percorso inverso degli astronauti, per tornare in superficie. L'obiettivo è recuperare della dinamite da un deposito e distruggere Underland, facendo affondare gli alieni con essa.



La volontà di dare uno scopo alla nostra missione è apprezzabile, pur rimanendo un semplice contorno durante il completamento di 30 livelli di difficoltà crescente. In questi Ivy dovrà sempre spostarsi dal punto A al punto B, rappresentato da un ascensore, evitando di essere divorata dai mostri.



Per farlo, dovrà utilizzare tutte le sue abilità e la sua materia grigia. Di base infatti la protagonista non ha armi o abilità particolare, se non la possibilità di saltare. Dovrà dunque utilizzare in maniera creativa gli elementi dell'ambiente per aprirsi un varco nelle fila nemiche. Con le buone o con le cattive.



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Esperta di scavi



Fin qui la nostra descrizione di Underland: The Climb potrebbe farvi venire in mente la maggior parte dei puzzle platform bidimensionali (Overloop ne è un ottimo esempio, tanto per citarne uno). La particolarità del titolo di Minicactus Games è la possibilità d'interagire più o meno liberamente con l'ambiente circostante.



Negli schemi sono infatti presenti una serie di elementi che ci permetteranno di sopravvivere. I più semplici sono le classiche pedane a pressione che, una volta attivate, produrranno un effetto variabile. Questa però è solo la punta dell'iceberg, perché in Underland: The Climb si potrà (come nel predecessore) scavare il terreno per liberare percorsi o scatenare tra gli altri fiumi di sostanze tossiche.



I tasti dorsali consentono di passare rapidamente da un oggetto all'altro, per attivazioni rapide e intuitive. Non che Underland: The Climb richieda grande prontezza di riflessi, anzi. La maggior parte dei livelli sarà abbastanza statica, obbligando il giocatore a pensare parecchio prima di agire. Si tratta però, a nostro dire, di un pregio più che di un difetto, perché in questo modo il titolo può adattarsi senza fatica a un pubblico più vasto.



Buona la longevità in rapporto al prezzo, anche se la rigiocabilità sarà pari a zero: arrivare in superficie richiederà circa due ore. Discreto anche il comparto tecnico, con una grafica vecchio stile tutta realizzata con tonalità di viola (del resto siamo sotto terra) e una colonna sonora mai invadente ma neanche destinata a passare alla storia per qualità. Tutto sommato, comunque, Underland: The Climb si rivela un buon prodotto a prezzo di budget.



Il Platino di Underland: The Climb



Trenta livelli, trenta trofei, un bel Platino scintillante. Questa è la proposta di Underland: The Climb che, senza troppo girarci intorno, è fatta per attirare i cacciatori. Terminare la storia richiederà come detto un paio d'ore, riducibili se sfrutterete una guida. Tutto sommato, si tratta di un Platino regalato o quasi, perfetto per allargare la vostra bacheca con il minimo sforzo.




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26 ottobre 2023 alle 10:00