Shuyan Saga – Recensione Speedrun
“Non avete tutti un telefono?” disse una software house a una certa convention facendo spazientire un pubblico che, di certo, considera il mobile gaming un cugino alla lontana del gaming tradizionale. Se funziona su mobile, deve per forza funzionare anche sulle piattaforme principali, deve aver pensato Lofty Sky alla decisione di portare il suo Shuyan Saga su PlayStation 4. Ma laddove su mobile il pubblico catturato è generalmente quello da una partitella e via, su console diventa enormemente più esigente, e la natura mezza ibrida del porting di Shuyan Saga ne è l'esempio.
La coppia che scoppia
Visual novel più action game, questa è la somma ludica proposta da Shuyan Saga. Un gioco prevalentemente concentrato sulla trama, sullo storytelling e sui personaggi, con parentesi dedicate anche al giocatore che desidera un po' di azione vissuta, per modo di dire, e non solo raccontata.
Il titolo segue le vicende di una ragazza, Shuyan, principessa dell'Antica Cina, dalla vita quotidiana spensierata e complicata al tempo stesso. La vita di corte pesa alla principessa, disinteressata alle noiose questioni politiche. Shuyan trova invece rifugio nell'azione, nel mettere alla prova le sue abilità e nel suo amore per le arti marziali, di cui ne è quasi maestra. Dotata, oltre che della padronanza del kung-fu, anche di poteri magici millenari, Shuyan si ritroverà a difendere il suo regno e i suoi amici e respingere l'invasione dei Guer e del possente generale Ganbaatar.

Ehi, l'ho già visto questo film
In queste poche righe si palesa una sensazione di déjà vu costante che pervade tutta la produzione. La principessa che vuole l'azione, nemici che si redimono (senza particolari ragioni, in verità) e i poteri magici legati a un regno sotto attacco sono l'ABC dei contenuti fantasy. Con ben poca originalità nel suo setting si spera, quantomeno, maggior accortezza verso i suoi personaggi. Caratteri – cliché a parte – non pervenuti; e allora cosa resta? Le scelte multiple, magari, un classico per le visual novel.
Di scelte ve ne sono a bizzeffe, ma la maggior parte di queste sono legate prettamente ai dialoghi, o a ciò che noi faremmo dire alla principessa in una determinata occasione. E questo è quanto, si tratta di opzioni che vanno giusto ad alterare qualche linea di dialogo secondaria e rarissimamente influenzeranno il corso della storia. Generalmente è zeppo di bivi che poi tornano a collegarsi.

Riuscirai a darmi un pugno?
Poca scelta, divertiamoci con l'azione allora. Niente da fare neanche in questo contesto; la componente action di Shuyan Saga è probabilmente il punto più basso di una produzione già generalmente zoppicante. Al di là di un comparto grafico terrificante, con corpi squadrati e un cel-shading sballato manco fosse il 1995, a Shuyan Saga mancano già le basi del picchiaduro.
In un'arena solitamente quadrata muoveremo Shuyan verso i nemici e andremo giù di mash up sui tasti. Alcuni nemici – senza alcun criterio – una volta vicini faranno attivare un combattimento ravvicinato in cui bisognerà per forza di cose attaccare a suon di combo (seguendo le combinazioni a schermo) e parando i colpi avversari, giocando prima con l'input lag che col gioco stesso.
Può sembrare un pessimo gameplay detta così, ma la percezione è destinata a peggiorare: la parentesi picchiaduro di Shuyan Saga ricorda tantissimo quella di Dragon Ball Z: Sagas (non certo uno degli ultimi e ben più prestanti titoli della serie). Gioco lento e scenari senz'anima. Un vero peccato sprecare tante potenzialità e tanti buoni artwork con una produzione guidata dagli innumerevoli difetti narrativi e di gameplay.
Il Platino di Shuyan Saga
Della struttura delle Visual Novel, quantomeno Shuyan Saga ha mantenuto il tipico elenco trofei. Ventuno sono le coppe, Platino incluso, e richiederanno essenzialmente di completare il gioco e di ottenere la medaglia d'oro nella Tournament Mode. Facile come bere un bicchiere d'acqua, soprattutto per i cacciatori più agguerriti.
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