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Blue in green – Recensione

Intraprendere una carriera in qualsiasi ambito, ma soprattutto in quello artistico, non è per nulla facile e, a meno di non avere un talento innato, bisogna provare e riprovare senza arrendersi mai. Questo vale, ad esempio, per la musica e nello specifico per il protagonista di Blue in Green di Ram V e Anand RK, un volume unico appena uscito per Edizioni BD. Un viaggio allucinato a suon di musica jazz che vi emozionerà.



Vivere di rimpianti



Erik Dieter è un sassofonista con poco successo. Lavora come insegnante in una scuola e non è mai riuscito a coronare le sue ambizioni. In occasione del funerale della madre è costretto a tornare a casa e si ritrova a fare i conti con il passato. La passione per la musica è nata da piccolo ma Erik è stato costretto a soffocarla a lungo e questo ha eroso i rapporti in famiglia, portandolo ad allontanarsi.



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Nell'attraversare i luoghi dell'infanzia riemergono i ricordi ma anche qualcosa di nuovo. Tra gli oggetti conservati dalla madre c'è una fotografia di un musicista jazz degli anni Sessanta che Erik non riesce a riconoscere. Per lui diventa subito un'ossessione scoprire l'identità di quest'uomo e la ricerca lo porterà a risvegliare i fantasmi del passato e a fare i conti con la musica e con le sue ambizioni.



Il ritorno a casa è dolceamaro per Erik perché gli risveglia sensazioni sopite da tempo, di rimpianto e vergogna ma anche di felicità nel ritrovare una persona importante e il primo sax che abbia mai suonato. Ma il ritrovamento della foto inizia a trasformare totalmente il protagonista, sia nel corpo che nello spirito. La ricerca lo porta a perdere la concezione del tempo e a essere preda di visioni inquietanti.



Un viaggio allucinato



Più Erik scende nell'abisso, più ritrova quel genio creativo che ha dovuto sempre soffocare ma perdendo al tempo stesso ogni contatto con la realtà. Le tavole di Anand RK vi lasceranno a bocca aperta e vi trascineranno nell'indagine, e soprattutto nell'incubo, di Erik. Il jazz permea le pagine di Blue in Green, ma lo fa in maniera silenziosa. La storia non presenta quasi nessuna onomatopea ma la musica arriva comunque a noi lettori, insieme a tutto il dolore del protagonista. Con il passare dei capitoli, l'atmosfera si fa sempre più cupa e angosciante, mentre ogni segreto si svela e le risposte portano a una chiusura perfetta.



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Dopo Blue Giant, il jazz torna protagonista di un'altra ottima lettura ma lo fa in maniera completamente opposta rispetto all'opera di Shinichi Ishizuka. Se lì il protagonista si avvicina sempre di più verso il coronamento del suo sogno, qui Erik si vede sfuggire di mano l'obiettivo per tutta la vita. Solo quando ha ormai perso le speranze la scintilla si riaccende ma è quella di un fuoco che brucia e che distrugge tutto, compreso il protagonista stesso, trascinato in una spirale di orrore che lo cambierà per sempre.



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14 dicembre 2023 alle 16:10