SYNDUALITY Echo of Ada – Recensione
Siamo saliti a bordo di potenti mecha per realizzare la recensione di SYNDUALITY Echo of Ada. Il nuovo titolo targato Bandai Namco promette di mischiare azione, elementi roguelite e una storia ispirata a un brillante anime. Scoprite insieme a noi se la nostra missione in superficie è stato un successo.
Dall'animazione al gioco
Se siete appassionati di anime, avrete probabilmente sentito parlare di SYNDUALITY: Noir, una serie prodotta proprio da Bandai Namco e animata da 8-Bit dalla trama molto particolare. L'umanità è stata quasi interamente spazzata via da una pioggia tossica chiamata “Lacrime della Nuova Luna”. Questa pioggia ha dato origine anche a creature deformi che si cibano di carne umana. La presenza degli Enders, questo il nome dei mostri, ha quindi obbligato i sopravvissuti a insediarsi nel sottosuolo, al riparo dalle minacce.
Qui è stata fondata la città di Amasia, che ha prosperato fino a quanto, in un momento non meglio precisato, tutto è caduto improvvisamente in pezzi. In SYNDUALITY Echoes of Ada, giocatori inizieranno la loro avventura nell'anno 2222. Vestendo i panni di quelli che sono chiamati Drifter, figure che, aiutate da un Magus e in controllo di un mecha chiamato CradleCoffin, esplorano la superficie.
L'obiettivo è quello di raccogliere preziosi cristalli AO in grado di fornire energia, che potremo scambiare per ottenere denaro e migliorare la nostra precaria situazione. Passeremo infatti da un garage dissestato a una struttura di lusso, ristrutturando man mano la nostra base e accedendo a nuove funzioni. Il tutto senza dimenticarci però della natura roguelite del gioco: durante le nostre escursioni in superficie dovremo stare attenti a come ci muoveremo. Abbandonare il mezzo significherà perdere ogni risorsa in nostro possesso e le parti che compongono il nostro mecha.

Il gameplay di SYNDUALITY Echoes of Ada
Dopo aver parlato della storia, è bene addentrarsi nelle meccaniche che muovono SYNDUALITY Echoes of Ada. Per il titolo, Bandai Namco ha scelto di puntare su un extraction shooter, genere molto particolare ma sempre più diffuso. Come il nome lascia intendere e come molti sapranno, si tratta di un sottogruppo degli sparatutto in cui avremo zone da esplorare più o meno liberamente. L'obiettivo sarà raccogliere risorse e riuscire a darsi alla fuga vivi entro un tempo limite. Ad ostacolarci troveremo non solo gli Enders, controllati dall'IA, ma a volte anche altri Drifter.
SYNDUALITY Echoes of Ada è infatti un PvPvE, in cui i giocatori saranno chiamati tendenzialmente a collaborare, ma potranno anche diventare banditi. Potremo muoverci in gruppo o agire da soli, ricordando però che ogni altro umano potrebbe essere una potenziale minaccia. Questo stato di constante tensione porta a valutare attentamente se proseguire l'esplorazione o darsela a gambe, salvando il nostro CradleCoffin e le risorse ottenute. Come in qualsiasi roguelite che si rispetti, infatti, la morte poterà alla perdita permanente del nostro mecha.
Le prime fasi di SYNDUALITY Echoes of Ada sono comunque abbastanza rilassate, in quanto in caso di sconfitta riceveremo gratis un kit iniziale per andare nuovamente in missione in superficie. Situazione diversa nelle fasi avanzate, quando potremmo rischiare di perdere pezzi pregiati in caso di errori o eccessiva temerarietà. Il gioco mette a disposizione un sistema di assicurazione, che al momento ci è però sembrato troppo sbilanciato a livello di costo in risorse.
La potenza di un mecha
Una delle parti più brillanti di Synduality è il gunplay. Gli scontri a fuoco sono piacevoli e resi variegati dalle tante armi presenti, divise in energetiche e a proiettili. Le prime saranno meno potenti ma più precise e con colpi lineari. Le seconde invece infliggeranno danni maggiori ma il proiettile avrà un andamento a parabola. Il nostro mecha è inoltre accompagnato dal Magus, un'entità che ci farà da supporto con mosse speciali, poteri e un radar per cristalli, che contengono le risorse principali. Scavare un cristallo AO richiederà del tempo, durante il quale saremo vulnerabili ad attacchi di nemici e altri giocatori.
Non si tratta però delle uniche minacce di SYNDUALITY Echoes of Ada. Nell'esplorazione di una delle due tipologie di zone dovremo fare anche attenzione alla pioggia, che ci danneggerà: sarà necessario trovare aree riparate e attendere la fine dell'acquazzone. Tutto quanto elencato si conclude con la necessità di trovare un ascensore e tornare nel sottosuolo: se ce la faremo porteremo con noi le risorse utili a completare missioni e potenziarci. Potremo recuperare i già citati cristalli, ma anche consumabili e migliorie di vario tipo. Tutto dipenderà dalla nostra fortuna e abilità. Al termine di ogni missione, inoltre, potremo osservare un interessante riepilogo bidimensionale con i dati della nostra avventura in superficie. Questo sia che avremo successo, sia in caso di fallimento.
Man mano che proseguiremo, le missioni ci permetteranno di ottenere strumenti per migliorare l'hangar e sbloccare nuove abilità, come quella di riparazione. Tutto funziona bene nelle prime fasi, salvo poi schiantarsi contro l'ingombrante muro del grinding. I costi si rivelano rapidamente eccessivi, senza contare che la perdita di parti risulta a volte davvero molto penalizzante, considerato il costo per ottenerle.

Pay-to-win? No, ma quasi
Con i giochi che includono meccaniche PvP, la preoccupazione è sempre quella di rompere l'equilibrio con le temute microtransazioni. SYNDUALITY Echoes of Ada riesce a mantenersi in una sorta di limbo, in cui i soldi possono fornire un vantaggio, ma non così tanto da distruggere l'equilibrio di gioco. Spesso collaborando potremo fare la differenza sui singoli, anche se potenziati. Inoltre molti degli oggetti sono cosmetici per il nostro Magus, un po' come avviene in molti gatcha e similari.
Rimane però la sensazione che certe dinamiche, come quella di velocizzare la creazione di elementi, siano figlie di idee ben radicate nei titoli free-to-play, cosa che SYNDUALITY Echoes of Ada non è. Preoccupa inoltre una certa monotonia nella proposta, seppur sia doveroso sottolineare che siamo di fronte per ora alla Stagione 1 del titolo. La proposta ludica però al momento non si avvicina a opere come Helldivers 2, che fin da subito aveva catturato l'interesse degli appassionati.
Dispiace anche che il team abbia scelto di mischiare la campagna con gli elementi in rete. Per poter scoprire tasselli della storia, dovremo proseguire nelle missioni, con una proposta ibrida che a nostro avviso scontenta tutti. Creare due sezioni separate, una solo PvE e una con anche la componente “umana”, avrebbe probabilmente consentito di adottare soluzioni diverse e stratificare meglio l'esperienza di gioco.
Il comparto tecnico di SYNDUALITY Echoes of Ada
A livello tecnico, SYNDUALITY Echoes of Ada si è rivelata un'esperienza solida e piacevole. Ad eccezione di occasionali bug e piccoli problemi, il titolo gira senza problemi su PlayStation 5. L'accesso alle aree di esplorazione è a volte un po' lento, ma è una tempistica comprensibile considerato che il tutto è anche online. Ottima anche la mobilità dei mecha, che rende gli scontri sempre divertenti da affrontare, tra schivate e colpi ravvicinati e a distanza. Meno d'impatto la gestione del DualSense, che sembra essere stato sfruttato poco dal team di sviluppo.
Buona anche la grafica, che propone scorci davvero interessanti e alcuni Ender particolarmente minacciosi. Parlando di nemici, la varietà non è esagerata, ma si tratta di un elemento che speriamo venga ampliato con l'avanzare delle stagioni. Ottimo anche il comparto audio, con la possibilità di scegliere tra doppiaggio inglese e giapponese. L'unica pecca è la mole di parole che il nostro Magus proferirà in fase di esplorazione: davvero troppe per un action a nostro avviso. Molto piacevoli invece le cutscene, soprattutto quelle realizzate in stile cartoon anni Ottanta (sul genere Fallout).
Come è facile immaginare, invece, la longevità è pressoché infinita. Al netto di una storia che prosegue man mano che espanderemo la nostra base, infatti, potremo affrontare esplorazioni in superficie finché ne avremo voglia. Inutile dire che la possibilità di collaborare aumenta il coinvolgimento, così come la possibilità di diventare fuorilegge. Al momento i banditi sembrano molti meno dei giocatori amichevoli, ma siamo certi che con il passare delle settimane la situazione cambierà, complice la grande libertà che SYNDUALITY lascia ai Drifter, altro elemento di pregio di una produzione che necessita di affinarsi con il passare dei mesi.
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