Turbo Overkill – Recensione
Nel panorama degli sparatutto frenetici in prima persona, pochi titoli riescono a catturare l'essenza dell'adrenalina pura come Turbo Overkill. Sviluppato da Trigger Happy Interactive e pubblicato da Apogee Entertainment, il gioco si ispira chiaramente a classici del genere come DOOM e Quake, ma spinge l'acceleratore fino al massimo, portando l'azione a livelli quasi surreali. Con un'estetica cyberpunk, un arsenale devastante e meccaniche che esaltano la velocità e l'aggressività del combattimento, Turbo Overkill si pone come un'esperienza brutale e visivamente caotica, capace di mettere alla prova anche i riflessi più allenati.
Trigger Happy Interactive è un team relativamente piccolo, ma con una grande passione per gli FPS old school. Il loro obiettivo era quello di creare un titolo che unisse il meglio degli sparatutto retro con le innovazioni del genere moderno, ed è proprio in questo equilibrio tra passato e presente che Turbo Overkill trova la sua identità. Con elementi che richiamano il dinamismo di DOOM Eternal e il level design verticale di Titanfall 2, il gioco offre un mix esplosivo di combattimenti serrati, movimenti acrobatici e scontri all'ultimo sangue contro ondate di nemici cibernetici.
Cyberpunk, motoseghe e un mix di adrenalina nella poca trama di Turbo Overkill
Nonostante il focus del gioco sia chiaramente l'azione, Turbo Overkill offre una narrativa funzionale alla sua ambientazione cyberpunk. Il protagonista, Johnny Turbo, è un cacciatore di taglie potenziato tramite impianti cibernetici che torna nella sua città natale, Paradise, solo per scoprire che un'IA malvagia chiamata Syn ha preso il controllo della popolazione, trasformando gli abitanti in letali cyborg.
Per sopravvivere, Johnny dovrà eliminare le forze nemiche e competere con altri cacciatori di taglie per ottenere la ricompensa sulla testa di Syn. La storia, seppur semplice e senza troppi fronzoli, serve da pretesto per giustificare il caos che si scatena sullo schermo, e riesce a mantenere alto il ritmo grazie a un'atmosfera da film d'azione anni ‘90, piena di battute taglienti e situazioni sopra le righe.

Follia Frenetica: velocità, armi devastanti e parkour
Il cuore pulsante di Turbo Overkill è il suo gameplay, un concentrato di velocità, violenza e creatività. Se DOOM ha riportato in auge il concetto di FPS frenetico, Turbo Overkill lo spinge ancora oltre, introducendo meccaniche che esaltano il movimento e l'aggressività del giocatore.
Johnny è dotato di una motosega installata sulla gamba, che può essere utilizzata per attacchi corpo a corpo devastanti mentre si scivola a tutta velocità sui nemici. Il gioco incoraggia il movimento costante con scatti rapidi, corse sui muri e un rampino che permette di raggiungere piattaforme elevate o avvicinarsi velocemente agli avversari. Il Turbo Time, una sorta di bullet time potenziato, aggiunge un ulteriore livello strategico, permettendo di rallentare brevemente il tempo per eseguire attacchi precisi in situazioni critiche.
L'arsenale è estremamente vario e ognuna delle armi a disposizione offre modalità di fuoco alternative. Tra le più interessanti troviamo le Twin Magnums, in grado di sparare proiettili che rimbalzano sulle pareti, il Boomer Shotgun con lanciagranate integrato e il Telefragger, un fucile da cecchino che teletrasporta Johnny all'interno del nemico per poi farlo esplodere dall'interno. La combinazione di queste armi, unita alle possibilità di movimento, rende ogni scontro un vortice di distruzione e adrenalina.
La difficoltà è bilanciata: il gioco richiede riflessi pronti e una buona gestione del campo di battaglia, ma senza mai risultare eccessivamente punitivo. I nemici, per quanto vari, non brillano particolarmente per design, e si limitano a essere bersagli mobili da abbattere nel modo più spettacolare possibile.

Pixel, neon e sangue: un comparto tecnico tra passato e presente
Graficamente, Turbo Overkill adotta uno stile low-poly ispirato agli FPS degli anni ‘90, con ambientazioni cyberpunk neon-lit e un uso intenso di effetti visivi come esplosioni e particellari. Sebbene non sia un titolo all'avanguardia dal punto di vista tecnico, l'aspetto visivo si sposa perfettamente con il ritmo frenetico dell'azione.
L'ottimizzazione su PS5 è buona: il gioco gira fluido, mantenendo un frame rate stabile anche nei momenti più caotici. I comandi sono reattivi e il feeling delle armi è eccellente, con un feedback che rende ogni colpo soddisfacente.
Il sonoro è altrettanto azzeccato: la colonna sonora è un mix di synthwave e metal, perfetto per accompagnare il massacro senza sosta. Gli effetti sonori delle armi e degli impatti sono potenti e ben realizzati, contribuendo all'immersione generale.

Il Platino di Turbo Overkill
Per i cacciatori di trofei, Turbo Overkill offre una sfida interessante ma non impossibile. Il platino richiede di completare il gioco in varie difficoltà, ottenere un certo numero di uccisioni con le diverse armi e scoprire segreti nascosti nei livelli. Alcuni trofei potrebbero risultare ostici, soprattutto quelli legati all'uso di determinate abilità in condizioni specifiche, ma nel complesso il percorso verso il platino è accessibile con un po' di pratica e dedizione.
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