Spirit of the North 2 – Recensione
Ci sono giochi che raccontano storie con parole, dialoghi e testi dettagliati. E poi ci sono giochi che scelgono di narrare attraverso il silenzio, l'atmosfera e la pura esperienza visiva. Spirit of the North 2 appartiene a questa seconda categoria, un'opera che non si limita a essere giocata, ma che si lascia vivere, respirare e interpretare. Il sequel dell'acclamato indie del 2019, sempre sviluppato da Infuse Studio, non si accontenta di riproporre la formula originale, ma la espande con nuove meccaniche, una narrazione più intensa e un mondo di gioco che invita all'esplorazione libera.
Un mondo che parla senza parole
Fin dal primo istante, Spirit of the North 2 cattura con la sua estetica. Le ambientazioni nordiche, già affascinanti nel primo capitolo, tornano più spettacolari che mai. Montagne innevate, foreste eteree, rovine dimenticate e grotte illuminate da energie ultraterrene compongono un universo che sembra vivo, pulsante di storia e mistero. Non è raro fermarsi semplicemente a osservare il paesaggio, lasciandosi trasportare dalla meraviglia che solo pochi giochi riescono a trasmettere. Inoltre, la possibilità di personalizzare la volpe, scegliendo il colore del pelo, degli occhi e persino la forma delle zanne, aggiunge un tocco di identità al viaggio. Non è solo un avatar, ma un vero e proprio spirito guida che cresce e si evolve con il giocatore.
La narrazione poi, come nel primo capitolo, si sviluppa senza testi o dialoghi. Tutto è raccontato attraverso l'ambiente, i simboli, le statue e le creature che si incontrano lungo il percorso. Ma questa volta l'avventura ha uno scopo più chiaro e urgente: salvare l'ultimo Guardiano Volpe, l'unica speranza per un mondo in declino. Questo obiettivo rende il viaggio più personale, più sentito, e il desiderio di ricostruire la storia di questa terra dimenticata diventa una delle vere forze del gioco.

La volpe e il corvo: un legame speciale
Se nel primo capitolo il giocatore controllava una volpe solitaria, in Spirit of the North 2 l'avventura è condivisa con un corvo misterioso. Questo compagno non è solo una guida, ma diventa parte integrante del gameplay, aiutando la volpe a superare ostacoli e a interagire con l'ambiente. La collaborazione tra i due protagonisti aggiunge una nuova dimensione all'esperienza, creando momenti di pura sinergia tra esplorazione e risoluzione di enigmi.
Uno dei cambiamenti più evidenti rispetto al primo capitolo è la struttura dei livelli. Questo nuovo capitolo abbandona i percorsi strettamente lineari del passato per offrire ambientazioni semi-open world, ricche di sentieri alternativi, zone segrete e dettagli ambientali da scoprire. La sensazione di libertà è palpabile: ogni angolo del mondo di gioco nasconde qualcosa, che sia un frammento di storia, un enigma da risolvere o semplicemente un panorama mozzafiato.
Un gameplay più raffinato
Se il primo capitolo soffriva di una certa semplicità nei puzzle e nelle meccaniche, Spirit of the North 2 riesce a sorprendere con nuove abilità spirituali da sbloccare. Tra ponti di luce, scatti aerei, traversate eteree e manipolazione dell'energia, il gameplay si arricchisce di sfide più articolate e divertenti, senza mai diventare frustrante. La sensazione di crescita e di interazione con il mondo è palpabile, grazie anche a fasi di esplorazione più fluide e a un platforming migliorato.
La libertà di movimento è un altro grande passo avanti. I livelli, pur mantenendo una struttura chiara, offrono molte più strade secondarie, zone nascoste e collezionabili che spingono a esplorare senza fretta. Anche il platforming è stato migliorato: i salti sono più precisi, le sezioni di arrampicata meglio integrate e le fasi di movimento risultano più fluide e naturali. La volpe ora può interagire con l'ambiente in modi più dinamici, scalando pareti, attraversando superfici eteree e persino sfruttando il corvo per raggiungere zone altrimenti inaccessibili.
Gli enigmi ambientali sono più vari e stimolanti. Se nel primo capitolo si trattava principalmente di attivare meccanismi e seguire percorsi prestabiliti, qui il giocatore deve pensare in modo più creativo, sfruttando le abilità spirituali per risolvere puzzle che richiedono osservazione e sperimentazione. Alcuni enigmi coinvolgono la manipolazione della luce, altri la collaborazione tra la volpe e il corvo, creando momenti di pura sinergia tra esplorazione e risoluzione di problemi.

Uno sguardo al comparto artistico
La direzione artistica è uno degli elementi più riusciti del gioco. Ogni bioma è stato progettato con una cura maniacale per i dettagli, dalle sfumature della luce che filtrano tra gli alberi alle increspature dell'acqua nei fiumi ghiacciati. La neve non è solo una texture bianca, ma un elemento dinamico che reagisce ai movimenti della volpe, lasciando impronte e sollevando piccoli sbuffi di polvere. Le rovine raccontano una storia silenziosa, con iscrizioni misteriose e simboli che suggeriscono un passato dimenticato. Ogni angolo del mondo di gioco è un dipinto in movimento, un'opera d'arte che invita alla contemplazione.
Il comparto sonoro è altrettanto straordinario. La colonna sonora, composta da melodie ambientali e orchestrali, accompagna il viaggio senza mai risultare invasiva. I momenti di esplorazione sono arricchiti da armonie delicate, mentre le sezioni più intense sono sottolineate da crescendo emotivi che amplificano la tensione e il senso di scoperta. Il sound design è altrettanto curato: il vento che sferza le montagne, il fruscio delle foglie, il suono dell'acqua che scorre nelle grotte. Ogni elemento sonoro contribuisce a creare un'atmosfera immersiva, rendendo il viaggio ancora più coinvolgente.

La strada verso il Platino
Per gli amanti dei trofei, Spirit of the North 2 offre una lista piuttosto ricca e variegata. Il gioco presenta 36 trofei in totale e la caccia al Platino non è particolarmente difficile, ma richiede un'attenzione particolare ai collezionabili e alle attività secondarie.
Molti trofei sono legati alla purificazione dei Guardiani, un elemento centrale della storia, mentre altri premiano l'esplorazione e la raccolta di oggetti. Ad esempio, ci sono trofei per trovare 89 pergamene del sapere, 100 spiritelli, 20 tane di volpe e persino 12 procioni mercanti. Alcuni trofei sono più curiosi, come quello che si ottiene acchiappando un procione ladro o quello che richiede di rompere 500 vasi.
Il Platino è raggiungibile in una singola run, ma per completarlo al 100% è necessario esplorare ogni angolo del mondo di gioco. La difficoltà non è elevata, ma la ricerca dei collezionabili può richiedere tempo e pazienza. Fortunatamente, il gioco offre strumenti per tracciare i progressi, rendendo la caccia ai trofei più accessibile. Per chi ama immergersi completamente nell'universo di Spirit of the North 2, ottenere il Platino è un'esperienza gratificante che permette di scoprire ogni segreto nascosto tra le terre nordiche.
L'articolo Spirit of the North 2 – Recensione proviene da PlayStationBit 5.0.

alfaalex
L'ho finito da poco e mi ritrovo abbastanza con la tua recensione, soprattutto per quanto riguarda l’atmosfera. Spirit of the North 2 è uno di quei giochi che non ti dice cosa fare, ma ti fa sentire cosa stai facendo. Un po’ come Journey o Abzû, ma con un’impronta più “terrena”.
Rispetto al primo ho apprezzato molto la nuova libertà di movimento e l’aggiunta del corvo: non è solo un aiuto meccanico, ma aggiunge davvero qualcosa al feeling del viaggio. Alcuni enigmi con lui sono ben pensati, e ti obbligano a guardarti attorno invece di andare dritto.
Tecnicamente ho visto qualche animazione un po’ rigida ogni tanto (soprattutto nei salti), ma nulla che rovini l’esperienza. E sì, il comparto artistico è impressionante. La zona delle rovine, in particolare, mi ha lasciato lì fermo per diversi minuti a guardare in giro.
Unica cosa: la caccia al Platino può diventare un po’ macchinosa. Alcuni collezionabili sono piazzati in posti assurdi, e senza una guida rischi di dover rifare mezzo gioco. Però se ti piace esplorare con calma e scoprire tutto, ne vale la pena.